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ASC NEWS

12/07/2017
Paese Poesia luglio 2017 - Belvedere Ostrense

Il maestro Carlo Iacomucci, recentemente, ha partecipato, in qualità di ospite, alla decima edizione del premio di poesia dedicato a "Biagino Casci" a Belvedere Ostrense, per aver illustrato, con una sua opera, la copertina del librocatalogo dove sono riportate le poesie dei premiati, l'invito cartaceo e il manifesto.
Per l'occasione, l’artista ha donato due sue opere incise, che sono state consegnate, come premio, ai finalisti del concorso. In segno di riconoscenza, sono state dedicate all’'artista Iacomucci sei pagine all'interno del librocatalogo "PaesePoesia 2017", contestualmente ad un breve testo critico della dott.ssa Patrizia Minnozzi (laureata in giurisprudenza, vive a Macerata. Ama l'arte, la fotografia,e la tecnologia).

L'incisore Carlo Iacomucci nasce nel 1949 a Urbino, città in cui, con serietà e costanza, ha potuto avvicinarsi, per gradi e per avvio naturale, alla grande tradizione della scuola urbinate, che porta avanti da circa 40 anni. Nella sua città natale, riceve la prima formazione artistica presso l’Istituto Statale d’'Arte, meglio noto come Scuola del Libro. Tra il 1969 e il 1970 vive a Roma, dove frequenta stamperie d’arte, studi e ambienti artistici, maturando la passione per l’'incisione e, in modo particolare, per l’'acquaforte. Si iscrive quindi al Corso Internazionale della Tecnica dell’'Incisione Calcografica che si tiene sempre ad Urbino.
La necessità di approfondire, lo stimola poi a frequentare, per soli due anni, la sezione di pittura dell’'Accademia di Belle Arti della stessa città. Nel 1973 inizia la sua esperienza didattica, che prosegue fino al 2008: insegna Discipline Pittoriche all’'Accademia di Belle Arte di Lecce, poi al Liceo Artistico Statale di Varese ed infine all’'Istituto Statale d’'Arte di Macerata, dove vive ed opera. Dal 1972 ha partecipato a numerose collettive e personali sia in Italia che all'estero, realizzando anche edizioni d'arte con acqueforti. 

Immagine: Carlo iacomucci - Il giglio di San Giuseppe




22/12/2016
CIBO CARTE e ARTE - Mostra di Artisti Contemporanei dalla collezione di ASC Arte Sacra Contemporanea

Domenica 8 gennaio 2017
Ristorante Il Clandestino
Via Rosmini 5
Stresa VB - Italia

Nella splendida cornice del Verbano, presso il rinomato Ristorante di pesce “Il Clandestino” dello Chef Franco Marasco, avrà luogo l’evento “CIBO CARTE e ARTE” che comprende, una mostra di opere d’arte di Artisti Contemporanei Italiani ed Internazionali della Collezione ASC Arte Sacra Contemporanea, un pranzo esclusivo a base di pesce ed il Torneo di Burraco del Lago Maggiore. In mostra opere di giovani artisti e di artisti affermati: Ilaria Forlini, Nicola Liberatore, William Xerra, Antonio Spanedda, Gabriele Di Maulo, Nina Paley, Alberto Gianfreda, Giovanni Morgese, Silvia Venuti, Federico Cozzucoli, Stefano Pizzi, Bios Vincent, Vieri Parenti, Tarshito, Debora Fella, Florine Offergelt, Enrico Del Rosso e Mauro De Carli, oltre ad un’opera grafica di Picasso. A scopo divulgativo, è disponibile una brochure dell'evento contenente tutte le informazioni sulle opere e sugli artisti e che verrà distribuita al pubblico che interverrà all’evento, per far conoscere il mondo dell’arte contemporanea e tema sacro e non 
www.associazioneculturalecreati
va.
it/processed/20161212-124957-KTIGR-NAS.pdf. L’evento si aprirà con l’inaugurazione della Mostra d’Arte e la visita guidata alle opere in esposizione, a cui seguirà il pranzo, il torneo di Burraco del Lago Maggiore ad invito riservato ai soci di ACC e la premiazione finale. Tra le opere esposte 4 verranno selezionate e assegnate, durante la premiazione, ai vincitori del Torneo. Le opere resteranno in visione al pubblico fino a lunedì 16 gennaio 2017 con orario ore 10,00-12,00 presso il Ristorante Il Clandestino di Stresa. Partner dell’iniziativa: Dal Negro, Luigi Francoli Grappe, Torraccia Del Piantavigna, Bottega della Cornice, Il Clandestino Ristorante di pesce.

Per informazioni:
info@associazioneculturalecreativa.it




25/10/2016
Un'esposizione dei maestri e dei migliori allievi dell'Accademia di Brera all'University of Art and Design di Joshibi, Tokio

Tra il 3 e il 18 di novembre p.v. nell’ambito delle celebrazioni per il 150° Anniversario delle Relazioni tra il Giappone e l’Italia una delegazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera composta dal Direttore prof. Franco Marrocco, dal Responsabile per le Relazioni Esterne prof. Stefano Pizzi e da due allievi della Scuola di Pittura, Francesca Vitali e Simone Parise, si recherà a Tokio presso l’University of Art and Design.

La missione, organizzata dai proff. Stefano Pizzi e Tetsuro Shimizu prevede i seguenti principali appuntamenti:

- L’inaugurazione dell’esposizione “Opere dei Maestri di Brera e dei loro migliori allievi”:
- Franco MARROCCO
- Italo BRESSAN – Barbara Canali
- Roberto CASIRAGHI – Flavia Albu
- Giorgio CATTANI – Maria Castagna
- Italo CHIODI – Alice Fiorelli
- Marco CINGOLANI – Pietro Andrico
- Angelo Antonio FALMI – Gabriele Quarta
- Ignazio GADALETA – Saeed Naderi
- Renato GALBUSERA – Francesca Vitali Boldini
- Omar GALLIANI – Carolina Corno
- Gaetano GRILLO – Wang Hao
- Giordano MONTORSI – Lara Ilaria Braconi
- Stefano PIZZI – Simone Parise
- Simona UBERTO – Erika Costa
- Dany VESCOVI – Letizia Prestipino

- La partecipazione ai work-shop di produzione tradizionale giapponese della carta e dei pigmenti.
- La tenuta di conferenze sull’Alta Formazione Artistica in Italia e a Brera a cura del Direttore prof. Marrocco e del prof. Pizzi.
- La tenuta di una conferenza sulla propria ricerca e di un workshop del prof. Pizzi, coadiuvato dagli allievi Parise e Vitali ed alcuni allievi di Pittura di Joshibi, nell’ambito del quale realizzerà un’opera che verrà donata alla quadreria dell’Università.
Nel mese di gennaio del 2017 una delegazione dell’University of Art and Design di Joshibi sarà ospite dell’Accademia di Brera con un analogo programma.
L’Accademia di Belle Arti di Brera e l’University of Art and Design di Joshibi hanno firmato nel corso del 2016 un accordo bilaterale che prevede, oltre agli scambi culturali, la possibilità per gli studenti di entrambi gli atenei di frequentare i corsi dell’istituzione partner.




13/09/2016
La chiesa di Santa Croce in Padova Presentazione della guida

Dopo alcuni anni dalla pubblicazione della guida del Torresino, esce il secondo numero della collana I luoghi dell'arte e della fede, dedicato alla chiesa di Santa Croce in Padova.

La chiesa di Santa Croce in Padova
a cura del Museo Diocesano di Padova
testi di Patrizia Dal Zotto

La guida sarà presentata al pubblico giovedì 15 settembre, ore 21.00, presso la Sala del Redentore in Corso Vittorio Emanuele II, 174, in occasione della Festa della Comunità della parrocchia di Santa Croce.

Interverranno
Andrea Nante
Carlo Cavalli
Patrizia Dal Zotto

L'ingresso è libero.

Il Museo è aperto con in seguenti orari:
da giovedì a sabato 15.00-18.00
domenica 10.30-13.00; 15.00-18.00

 




14/06/2016
IOTIAMO Capsula del Tempo di Antonio Spanedda

Il progetto artistico IOTIAMO dell'artista novarese Antonio Spanedda si arricchisce della CAPSULA DEL TEMPO concepita come un’opera d’arte per viaggiare nel futuro. In questa declinazione tecnologica e creativa del progetto d'arte contemporanea IOTIAMO i giovani sono inventori del proprio futuro, attori protagonisti, futuri spettatori e portatori di emozioni positive per cambiare il mondo.
E’ già stato provato che i viaggi nel futuro sono potenzialmente possibili. Le basi concettuali dei viaggi nel tempo affondano le proprie radici nella teoria, ben verificata, della Relatività Generale di Einstein, di cui a breve ricorre il centenario. Un filo conduttore che unisce lo studio di un possibile viaggio nel tempo nel macrocosmo e microcosmo sono proprio le CTC, ovvero quei percorsi temporali chiusi che connettono il passato e il futuro in modo circolare, consentendo una violazione della cronologia, ma pur preservando il principio di causalità. 
Per Spanedda IOTIAMO Capsula del Tempo è un esperimento artistico, e riguarda un tipo di viaggio nel tempo molto diverso da quello previsto dalla relatività generale e dalla meccanica quantistica. In questo progetto possono partecipare tutti coloro che desiderano viaggiare nel futuro attraverso un'opera d'arte, diventando attori protagonisti oltre che futuri spettatori. A differenza delle capsule del tempo che solitamente sono sotterrate, IOTIAMO 2045 Capsula del Tempo è un'opera visiva, da esporre nella scuola, in un'abitazione, in un museo.
Il primo "viaggio nel tempo" è stato fatto con i bambini della Scuola Primaria dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Novara il 20 novembre 2015. I bambini hanno partecipato con entusiasmo al primo Happening della Capsula del Tempo, ed hanno registrato i loro video messaggi per il futuro.
Grazie a questo progetto l'artista ha incontrato molti giovani ed ha scoperto che moltissimi di loro credono ancora nell’amore, nell’amore per la vita, per i genitori, per gli amici. Sono più attenti alle persone, alle diversità, all’ambiente ed essendo capaci di inventare nuovi linguaggi, sono molto creativi. 
Essi sono la prima generazione globale, con valori e modi di pensare convergenti, e per questo motivo hanno bisogno di un riconoscimento sociale.
"IOTIAMO 2045 Capsula del Tempo" con una cerimonia ufficiale il 21 maggio 2016 è stata consegnata all'Istituto Maria Ausiliatrice di Novara che avrà il compito di custodirla fino a quando verrà riaperta il 24 ottobre 2045.
La capsula è stata registrata al Collegio Oglethorpe The International Time Capsule Society ad Atlanta U.S.A. 

Al fine di raccogliere fondi per portare questo progetto ad altri bambini in altre scuole italiane è stato attivato un crowdfunding su www.eppela.com. Per ogni donazione sono previste delle ricompense.

Saper ascoltare e valorizzare il mondo giovanile è un dovere primario di tutta la società.




24/03/2016
L’arte del fare GIANNINO CASTIGLIONI Scultore

Giovedì 31 marzo alle ore 18 alla Biblioteca Ambrosiana (Piazza Pio XI, 2 Sala delle Accademie) verrà presentato il volume  L’arte del fare GIANNINO CASTIGLIONI Scultore (Skira editore). Il bellissimo libro è il risultato delle recenti ricerche rivolte alla rivalutazione dell’attività di Giannino Castiglioni (Milano 1884 – Lierna 1971), uno tra i più importanti pittori, incisori e scultori del Novecento italiano. L’opera, curata da Eugenio Guglielmi, attraverso testimonianze dirette e studi monografici di giovani e accreditati studiosi, nonché inediti materiali d’archivio, mette in evidenza la formazione dell’artista e il suo rapporto con l’ambiente milanese nel clima culturale a cavallo tra il tardo simbolismo ottocentesco e il nascente Liberty. Particolare attenzione viene data alla formazione di Castiglioni presso l’Accademia di Brera e alle opere che lo resero celebre, tra cui ricordiamo quelle presenti al Cimitero Monumentale, i Sacrari dedicati ai Caduti della Prima Guerra Mondiale e la Porta del Duomo di Milano. Un capitolo riguarda, infine, lo studio dei 350 gessi conservati presso il Comune di Lierna, dono degli eredi, nell’ottica della creazione di una Gipsoteca da inserire nei percorsi provinciali e regionali lombardi.

INGRESSO LIBERO 


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24/03/2016
PASQUA E PASQUETTA APERTI TUTTI I GRANDI MUSEI STATALI

In occasione delle prossime festività di Pasqua e del Lunedì dell’Angelo i musei, le aree archeologiche e i luoghi della cultura statali resteranno aperti. Domenica 27 e lunedì 28 marzo i grandi musei statali rimarranno aperti, rispettando il normale piano tariffario. Una apertura straordinaria in tutta Italia dagli Scavi di Pompei alla Pinacoteca Brera, dal Castello di Miramare di Trieste al Museo Nazionale Archeologico di Napoli, da Paestum agli Uffizi, dal Foro Romano e Palatino al Cenacolo Vinciano, dalla Reggia di Caserta al Colosseo, dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma ai Musei Reali di Torino, dal Museo d’Arte Orientale di Venezia a Castel Sant’Angelo, dal Museo Egizio al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Per informazioni:
http://www.beniculturali.it/
mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti
/MibacUnif/
Comunicati/visualizza_
asset.html_1151786380.html

 




27/02/2016
La Misericordia Spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni

Lunedì 29 Febbraio 2016, h 21:00
Chiesa di San Graziano
Arona (NO), Italia

"Beati i Misericordiosi, perché riceveranno Misericordia"

A partire dalla Misericordia come virtù della reciprocità, l'interpretazione di Lucilla Gianoni ci guiderà in un percorso antropologico e spirituale: la beatitudine evangelica della Misericordia si erge a virtù morale e condivisa del vivere civile. La rappresentazione dell'incontro tra fede e dimensione civica nella vita di comunità prende forma sullo sfondo del Duomo e del Palazzo della Ragione, luogo d'intreccio tra l'autorità religiosa e il potere civile, per celebrare un valore condiviso, quello di Misericordia appunto, le cui radici affondano nella storia antica. A cura di: Vicariato dell’Aronese; Parrocchia di Arona; Associazione Partecipazione e Solidarietà.




25/02/2016
L’ENERGIA DEL FEMMINILE NEL BUDDHISMO TIBETANO

SABATO 5 MARZO 2016 - dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16
CELSO - ISTITUTO DI STUDI ORIENTALI
Dipartimento Studi Asiatici
Archivio Arti Contemporanee
BSA Biblioteca di Studi Asiatici
Galleria Mazzini 7 – 16121 Genova - Italy

Il seminario "L'Energia del Femminile nel Buddhismo Tibetano" che si terrà sabato 5 marzo nelle fasce orarie 11-13 e 14-16, verterà sui temi Le forme del divino femminile, Le divinità ‘naturate di spazio’, Archetipo femminile e materno e Donne di illuminazione, e sarà a cura della Prof.ssa Carla Gianotti, tibetologa, docente di lingua e cultura tibetana, autrice di numerose pubblicazioni tra cui: "Donne di illuminazione: Dakini e demonesse”, Madri divine e maestre di Dharma" (Ubaldini),  “La vita di Milarepa” (UTET), prima versione italiana della vita di Milarepa condotta sull’originale tibetano,  “Il Grande Sigillo: la conoscenza originaria di Maha Mudra” (Mimesis), “Cenerentola nel paese delle nevi” (Utet). Il Seminario e' ad iscrizione.

Per informazioni:
tel [+39] 010586556
info@celso.org
www.celso.org




25/02/2016
Symbols

4 – 26 marzo 2016
Genova Palazzo Ducale - Fondazione per la cultura
Sala Dogana
Piazza Matteotti, 9
Genova, Italia

Inaugurazione venerdì 4 marzo, ore 18
Orario: mar-dom ore 15-20 Ingresso libero

16 incisori hanno riletto in chiave contemporanea i simboli dei monumenti funerari presenti in alcuni cimiteri monumentali europei e 10 tra musicisti e danzatori ne hanno tratto coreografie. Dopo le residenze d’artista di Avilés e di Dundee realizzate all’interno del progetto Symbols, una mostra evocativa nata dalle suggestioni dell’arte funeraria.

Per informazioni:
palazzoducale@palazzoducale.
genova.it
www.palazzoducale.genova.it



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12/08/2013
L'Arte Cristiana di GIOVANNI MORGESE

" ...Ho sempre pensato che l'arte come ricerca del bello fine a sé stesso e come espressione del proprio io, fossero modi parziali e incompleti di intenderla. Per me credente, l'arte come la vita ha due dimensioni, una terrestre-orizzontale e l'altra spirituale-verticale. L'espressione artistica sin dall'inizio della mia attività è stata animata dalla Parola di Dio e più precisamente dalla figura di Cristo come modello da imitare nella vita e Avvenimento da far conoscere. Con gli umili e inadeguati mezzi dell'arte, il mistero dell'Amore di Dio per l'uomo è diventato il motivo fondamentale della mia ricerca: mi sono sentito spinto ad usare gli strumenti dell'arte per raccontare le meraviglie del Suo Amore. Il mio lavoro, servendosi dei materiali e delle tecniche più vari, si è incentrato sull'uomo come creatura che vive il dramma dell'esistenza e che unico modo per salvarsi è guardare " Colui che hanno trafitto ", Gesù Cristo, che ha dato senso alla vita, al dolore e alla morte. In particolare, l'uso dei materiali poveri come il terreno (la carne dell'uomo), i materiali di scarto (espressione della povertà e della depravazione) diventano simboli della condizione umana che, redenta nell'Amore di Cristo, viene riscattata diventando Sua icona ..." Giovanni Morgese

BIOGRAFIA

Pittore, scultore, nato a Terlizzi (BA) nel 1951, diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bari. Dopo varie esperienze in ambienti educativi ed un breve periodo come insegnante di decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Foggia, ha scelto di dedicarsi a tempo pieno all'arte aprendo uno spazio pubblico nel suo paese, la galleria ADSUM, in collaborazione con la moglie, la pittrice Maria Bonaduce. La sua ricerca, impegnata eticamente, è incentrata su tematiche che riguardano l'uomo: il suo essere al mondo, il senso religioso, il senso escatologico della vita.

La sua intensa attività artistica inizia negli anni '80 durante i quali si mette in evidenza per la sua originale ricerca segnico-simbolica orientata verso l'analisi di realtà arcaico-religiose. Recupera la poetica espressionista-informale per dire il ""grido" di una persona ferita nella sua esistenza terrena, "urlo" di angoscia aspirante ad una vita altra, "furore" di testimonianza - qui ed ora - del suo essere in un mondo non sempre, quasi mai, umano..."
Negli anni '90 il discorso artistico si orienta in direzione solidaristico-umanitario: legnetti di risulta diventano sculture "povere" ricche di profonda umanità e di spiritualità cristiana. In questi ultimi anni il suo lavoro diventa rappresentazione di una violenza reale e tngibile attraverso l'indagine del proprio volto che perde la sua identità fisica e diventa maschera di dolore identificandosi così con l'umanità crocifissa con Cristo nell'attesa di un nuovo giorno.
Nel 2000 rappresenta la violenza reale e tangibile attraverso l’indagine del proprio volto che perde la sua identità fisica e diventa maschera di dolore identificandosi così con l’umanità sofferente nell’attesa di un nuovo giorno.
Nel 2008 un nuovo materiale, il ferro, diventa il mezzo espressivo di Morgese. Parte dalla figura: sagome di lamiera dal contorno irregolare e frastagliato. Figure ridotte all’essenziale e prive di volume, simili ad ombre, forate, attraversate da segni e simboli: figure come microcosmi di realtà più grandi. Ma ben presto il bisogno di passare dalla figura al segno. Alla linea e al simbolo, infatti, è affidato il compito di ‘scrivere’ la realtà dell’uomo, il dramma esistenziale, il suo destino, in maniera leggera, trasparente. Le opere prodotte sono realizzate assemblando resti di materiale ferroso o utilizzando lamiere sagomate in forma di figure umane fortemente stilizzate e simboliche. Queste si svuotano e si liberano da tutto ciò che le lega alla materia pesante. Per “dire” il dramma dell’esistenza, la dimensione verticale, la spiritualità. Si passa, così, dalle sagome umane alle linee e ai simboli dove il tutto diventa più essenziale e minimale.“Miserere” è il grido dell’ uomo provato nel crogiuolo della vita, alla ricerca di senso e di salvezza.

Predilige l'uso di materiali poveri e naturali che trasforma in figure fortemente drammatiche e testimoni della precaria condizione umana "Artista plastico di assoluto rigore etico e perciò anche di finissimo rigore estetico, in tutto il suo lavoro ricerca o forse ritrova sempre ogni volta un'immagine essenziale, un'immagine che rende presente l'essenziale; egli reinventa con sforzo incessante e con ferma fedeltà alla sua vocazione semplicemente un'immagine conduttrice di bellezza".
Il suo lavoro, riconosciuto dalla critica, è stato presentato in numerose mostre personali e collettive. Opere di arte sacra sono state realizzate dall'artista per la chiesa di S. Ignazio, la chiesa della Madonna di Cesano e la chiesa della Madonna delle Grazie (Cimitero) a Terlizzi. Nella parrocchia Madonna della Rosa a Molfetta. Nella basilica dei SS. Medici a Bitonto. Nella Parrocchia S. Famiglia di Ruvo di Puglia. Nel Convento di S. Fara e nella cappella della clinica Anthea a Bari.

Fortemente legato alla sua terra, è tra i fondatori della galleria ADSUM artecontemporanea (www.retearte.it) di cui è direttore artistico nata nel 2005 con lo scopo di far emergere e rendere visibile la creatività in tutte le sue forme attraverso l'incontro, il dialogo e la collaborazione tra gli artisti. 

Hanno scritto di lui: Anna D'Elia, Michele De Palma, Enrico Crispolti, Franco Sossi, Antonio Basile, Maria Vinella, Lia De Venere, Olga Chiiapperini, Michele Cipriani, Katia Ricci, Giorgio Di Genova, Attilio Bislenghi, Pietro Marino, Antonella Marino, Luciana Cataldi, Giusy Petruzzelli, Gaetano Mongelli, Francesco Neri, Girolamo Samarelli, Luigi Dello Russo, Nichi Vendola, Beniamino Vizzini, Vito Fontana, Nino Pomodoro.
 

TESTI CRITICI

Francesco Neri
ESSERE OGNI GIORNO ICONA DELLA BELLEZZA :
l'Arte Cristiana di Giovanni Morgese

La bellezza, Dio, l'uomo.

Nell'esperienza umana vi sono alcune situazioni definibili ' di apertura ', nelle quali il confine del sensibile si schiude e l'uomo percepisce che, al di là delle cose, vi è qualcos'altro, al di là di ciò che raggiungiamo con i nostri sensi vi è una realtà presente nel mistero. Tra queste esperienze di schiusura del reale, la primordiale è lo stupore per l'incontro con la realtà. Perché le cose ci sono, mentre potrebbero non esserci? Da dove deriva alle cose la bellezza con la quale ci affascinano. L'uomo credente risponde che Dio è la presenza di mistero che vuole le cose ci siano e della cui bellezza tutte le cose risplendano .

Nella Bibbia tale intuizione è fortemente registrata. Da un lato, il vertice della bellezza di cui l'uomo può fare esperienza è concentrata nella teofania. Citiamo per l'Antico Testamento la visione di Isaia (6,1-8), a cui nel tempio di Gerusalemme si manifesta Dio con il suo kabod, cioè con la ' gloria ' che è manifestazione sensibile della sua immanenza e trascendenza insieme. Nel Nuovo Testamento la trasfigurazione di Gesù è il culmine della visibilità della bellezza divina, della quale per un attimo il corpo umano del Verbo si incendia di luce infinita, a pegno della risurrezione.

Nella tradizione cristiana questa correlazione è fortemente attestata, più di quanto non sia stato scaricato in certa spiritualità. Possiamo convocare due testimoni, l'uno nel campo della speculazione, l'altro nell'ambito della mistica. Il primo cui ci rivolgiamo è san Tommaso d'Aquino. Nel commento al trattato sui nomi divini di Dionigi lo Pseudo Areopagita (c.4,l.5), egli distingue la bellezza divina dalla bellezza creaturale. Dio partecipa alle creature lo splendore, in quanto riflesso della sua luce, e l'armonia, sia nel senso del giusto rapporto delle creature con Dio, sia nel senso del giusto rapporto delle creature fra di loro. Così, tali attività divine possono dirsi pulchrificae, creatrici cioè di bellezza nelle cose. Ma mentre nelle creature si distingue la bellezza dal bello, nel senso in cui questa partecipa a quella, in Dio pulchrum e pulchritudo coincidono, a causa della semplicità dell'essenza. Dio è altresì detto pulcherrimus in quanto possiede la bellezza in grado infinito e senza alcun limite; e superpulcher poiché è la sorgente sovraeminente di ogni forma di bellezza che si rinviene nel cosmo.

Il secondo testimone è Francesco d'Assisi. Nelle sue Lodi di Dio Altissimo, che è una litania di attributi divini, lanciati verso il Totalmente Altro con l'impeto e l'incanto dell'innamorato, Francesco due volte esulta, acclamando. " Tu sei bellezza ! ". Nel Cantico delle creature, in un contesto perlopiù orientato alla ' fuga ' dal mondo, il santo loda il Creatore per la bellezza del sole, della luna e delle stelle, del fuoco. Ciò in modo esplicito, ma è ovvio che lo sguardo ammirato di Francesco abbraccia tutta l'intera opera del cosmo.

Possiamo dunque affermare che nella prospettiva cristiana la bellezza è alla fonte e al centro dell'esperienza religiosa , ma al contempo che l'arte è sempre un'esperienza intrinsecamente religiosa , al di là di una opzione esplicita o istituzionale , in quanto l'arte è il tentativo umano di catturare , documentare e spiegare presenza che sta dentro tutte le cose e oltre tutte le cose .

Con tali premesse, a noi sembra che all'opera di Giovanni Morgese possa essere accostata la categoria di ' arte cristiana ', e ciò in due sensi. Da un lato egli esplicitamente si rifà in modo costante ai nuclei fondamentali del credere cristiano, come nei titoli delle sue produzioni. Coelum, Abyssum, Homo/humus, Al di là, Caduta, Conversione, Diluvio, Giona, Tau, XP, IHS, Ianua. E' fin troppo facile decodificare la provenienza biblica e liturgica della titolatura , sensibile ancora all'originale greco e latino di molte conoscere ecclesiale . Dall'altro lato , ci pare ancora più importante la passione dell'artista terlizzese per accostarsi alle cose allo scopo di rivelarne il mistero , ed il mistero cristiano . Sono i materiali della quotidianità quelli attraverso i quali egli si esprime , ma questi vengono da lui a noi restituiti a loro volta trasfigurati .

L'oggetto comune che è nostro compagno feriale lo ritroviamo veicolo di un messaggio che è appunto l'artista a rivelare . O se l'oggetto è quello di una proposta che punta a impossessarsi dell'uomo e a privarlo della sua capacità di intuire , imbrigliandone le scelte in obiettivi di mercato , Giovanni Morgese si assume il compito di smontarne il meccanismo ingannevole e smascherarne l'illusorietà . Anche in questo caso siamo ricondotti alle cose come sono , con il loro potenziale di mistero e di evocazione . Quest'arte è allora cristiana in quanto la spinge l'unica passione di mostrare che a partire dal sensibile dappertutto , sempre e per chiunque si celebra l'incontro tra la Materia e l'Assoluto, l'Immanente e il Trascendente.


La bellezza , l'ombra , la croce.

Nonostante il suo carattere intrinsecamente sacro, l'esperienza umana intuisce che la bellezza come ogni altra realtà reca con sé un'ombra e attende un riscatto. Andiamo molto in là nel tempo , ai poemi omerici. L'Iliade enuncia tale intuizione nel mito di Elena, alla cui bellezza è dovuto lo scatenarsi di una guerra micidiale e devastatrice. Nell'Odissea compare il mito di Circe, la cui affascinante bellezza spinge gli uomini alla degenerazione simboleggiata dalla loro trasformazione in porci. Ne è nota la variante moderna nel film L'angelo azzurro, ove l'integerrimo professore di scuola viene catturato dalla bellezza della cantante interpretata da Marlene Dietrich, e precipita nell'abbrutimento e nel ridicolo. Precisiamo che in questa prospettiva la bellezza è ancora qualcosa di ordinato e classico, una bellezza apollinea, quella per semplificare di cui risplendono la Venere di Milo o i Bronzi di Riace. E' una bellezza che ha a che fare con l'assoluto inteso come integrità di forma ed immunità dall'imperfezione . Rimane intrappolato in questa concezione greca ancora san Tommaso d'Aquino nel medioevo . Questi , influenzato da un testo di Aristotele , esige per la bellezza tre requisiti : l'integrità , poiché le cose non compiute appaiono detestabili ; l'armonia , come debita proporzione tra le parti ; lo splendore , nel senso in cui diciamo belle le cose dai colori nitidi ( Somma Teologica , I, q.39, a.8 ).

Come fare per togliere alla bellezza il suo retrogusto tossico ? La proposta cristiana è di riagganciare la bellezza all'amore . Come ogni altro valore , sganciata dall'amore la bellezza impazzisce e si ritorce contro l'uomo . In quanto invece è congiunta con l'amore , la bellezza si conferma come un momento di esperienza di Dio . E' così che oltrepassando i confini del mistero della stessa trasfigurazione nella teologia di san Giovanni è la croce il momento nel quale si manifesta la pienezza della gloria di Dio , cioè la visibilità di Dio e della sua bellezza . La croce è il vertice dell'espressione dell'amore del Padre e del Figlio , ed è dunque anche il momento di massima rivelazione della bellezza . In Cristo la bellezza inonda ogni momento della vita umana , anche quello della sofferenza e della morte . Già nell'età patristica aveva potuto cantare sant'Agostino : " Bello è Dio , Verbo presso Dio . E' bello in cielo , bello in terra , bello nel seno , bello nelle braccia dei genitori , bello nei miracoli , bello nei supplizi ; bello nell'invitare alla vita e bello nel non curarsi della morte ; bello nell'abbandonare la vita e bello nel riprenderla ; bello nella Croce , bello nel sepolcro , bello nel cielo . Ascoltate il cantico con intelligenza , e la debolezza della carne non distolga i vostri occhi dallo splendore della sua bellezza " (Commento al salmo 44,3) .

Questa congiunzione tra bellezza e croce sta al cuore delle opere di Giovanni Morgese . In alcuni casi questo tema è già definito dal titolo : Come agnello condotto al macello , Uomo dei dolori , Perforatus , Vulnus , Dolens , Martyr , Consummatum . In modo speciale spiccano le varie versioni del Crocifisso , e la sequenza in cui si snoda il grido del Salmo 22 . Ma è tutta la produzione dell'artista terlizzese che si esprime attraverso la compostezza di figure asimmetriche , nella risoluzione di elementi e segni apparentemente indeterminati , compattando l'itinerario di una geografia spirituale altrimenti impensabile nell'accostamento di materiali , segni , dimensioni , colori . Vi è nelle sue elaborazioni un imprevisto connubio di grazia e violenza , che spaventa e seduce al tempo stesso , esattamente come il Cristo sta sulla croce . Gesù trafitto " non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi , come uno davanti al quale ci si copre la faccia " ( Isaia 53,1-2 ) . Ma è qui , sulla croce , che può realizzare la profezia proferita su di sé : " Io , quando sarò elevato da terra , attirerò tutti a me " ( Giovanni 12,32 ) . Ben aveva intuito tale nesso Paolo VI , il quale affermava che , se avesse potuto eleggere i propri amici , li avrebbe scelti tra gli artisti e i sofferenti . 

La bellezza , la misericordia.

L'amore di Dio è inclusivo e abbraccia tutte le creature . Per amore , Dio fa belle tutte le creature , ed il suo amore accompagna tutte le creature al riconoscimento della propria bellezza . Vi è anzi da Dio un'attenzione preferenziale agli emarginati . Gesù descrive il regno come un banchetto al quale sono condotti " poveri , storpi , ciechi e zoppi " ( Luca 14,13 ) , e dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci esige la raccolta dei pezzi avanzati " perché nulla vada perduto " ( Giovanni 6,12 ) .

Questo tratto misericordioso ed inclusivo attraversa le opere di Giovanni Morgese come un elemento dominante . Lo diciamo in riferimento ai temi della menzogna e dello sfruttamento , toccati in realizzazioni come Sogni in scatola , Prigioni , Specchietto per le allodole , Natività . Ci vengono esposti omuncoli che si arrampicano alle pareti di vetrine tanto colorate quanto impenetrabili , naufraghi disperati all'arrembaggio di un'illusione di sopravvivenza , barboni rifugiati nel sonno su panchine schiacciate da invadenti cartelloni di pubblicità , promesse di piacere tanto sfacciate quanto fatte soltanto di carta . L'artista di Terlizzi convoca tutto al compito di veicolo di senso e trascendenza , tutto per lui è capace di schiudere una luce di bellezza , anche ciò che è più miserabile ed abietto . Ma il tratto di condiscendenza sul quale ci soffermiamo , emerge ancor prima dagli elementi che l'artista adopera per le proprie composizioni . Sono materiali semplici e primordiali , come la terra , la paglia , il legno , il fuoco . Sono pure materiali di scarto , come certe assi spezzate e tavole scheggiate . Ma non è vero che proprio alla primordialità e marginalità di essi deve essere condotta la loro potenza espressiva ?

Arte come vocazione.

Se si pone alla Bibbia la domanda " chi è l'uomo ? " , la Bibbia risponde " l'uomo è la sua vocazione " . L'uomo è cioè colui che viene ad esistere in quanto Dio ha un disegno su di lui , lo chiama ad una relazione interpersonale e gli affida un compito . Ogni uomo è dunque chiamato ad una missione , e tanto più pienamente diventa se stesso in quanto entra pienamente nel disegno divino su di lui .

Anche la bellezza è contenuto di una missione . La bellezza è la missione di ogni uomo e ogni donna , secondo l'appello che profeticamente lanciava ai giovani don Tonino Bello : " E' la bellezza il linguaggio universale . La bellezza ! Lo sapete , il Signore la bellezza l'ha disseminata qua e là sulla Terra , perché potesse servire a tutti quanti noi come segno indicatore , come icona , feritoia attraverso le quali possiamo vedere le soglie dell'eternità . La bellezza Dio l'ha disseminata nel volto dei bambini e delle persone , nel tremore dei vegliardi , in questo scroscio di note , nella musica , nei rumori , nel torcersi degli alberi sotto le bufere , nello scivolare lento di una canoa che passa all'improvviso sul fiume e in tante cose . Se voi coltivate l'arte , la bellezza , la musica , la poesia , il rapporto con l'altro , la bellezza del vostro corpo , avrete inesorabilmente anche la cultura della vostra anima , perché la bellezza , la bellezza fisica , la bellezza di una donna , la bellezza di un quadro , la bellezza di una musica , la bellezza di un tramonto , la bellezza di uno spettacolo , della natura e dell'arte , sapete che cos'è ? E' appena appena un ruvidissimo seme che è destinato a fiorire nei giardini del Cielo " ( Omelia 6 dicembre 1991 ) .

Ora , se tale è la missione di ognuno , essa è in particolare la missione dell'artista . Così si intende Giovanni Morgese , nella chiusa di un suo testo autobiografico : " Una pace interiore sembra sia scesa nella mia vita e sia venuta a risolvere le lotte , le angosce , le insoddisfazioni . L'assillo del successo si è come sciolto nella necessità di essere ogni giorno icona della Bellezza ".

 

Mostra in corso:
Fino al 31 agosto 2013
c/o A D S U M Artecontemporanea
Via Marconi, 5 (Palazzo della Meridiana)
Terlizzi, Italia

TERRADAMARE http://www.artesacracontemporanea.it/blog/portale.php?act=archivio&id=2616&categ=&lingua=0&categ=0

Immagine: Giovanni Morgese - "Il tuo volto" tecnica mista su legno cm.35 x 35. L'opera è stata gentilmente donata dall'artista ad ACC Associazione Culturale Creativa per la raccolta fondi promossa in favore e a sostegno delle attività di ASC Arte Sacra Contemporanea mediante la lotteria a premi "Dona, Gioca, Colleziona Arte" che si è tenuta in primavera 2013.



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