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ASC NEWS

12/07/2017
Paese Poesia luglio 2017 - Belvedere Ostrense

Il maestro Carlo Iacomucci, recentemente, ha partecipato, in qualità di ospite, alla decima edizione del premio di poesia dedicato a "Biagino Casci" a Belvedere Ostrense, per aver illustrato, con una sua opera, la copertina del librocatalogo dove sono riportate le poesie dei premiati, l'invito cartaceo e il manifesto.
Per l'occasione, l’artista ha donato due sue opere incise, che sono state consegnate, come premio, ai finalisti del concorso. In segno di riconoscenza, sono state dedicate all’'artista Iacomucci sei pagine all'interno del librocatalogo "PaesePoesia 2017", contestualmente ad un breve testo critico della dott.ssa Patrizia Minnozzi (laureata in giurisprudenza, vive a Macerata. Ama l'arte, la fotografia,e la tecnologia).

L'incisore Carlo Iacomucci nasce nel 1949 a Urbino, città in cui, con serietà e costanza, ha potuto avvicinarsi, per gradi e per avvio naturale, alla grande tradizione della scuola urbinate, che porta avanti da circa 40 anni. Nella sua città natale, riceve la prima formazione artistica presso l’Istituto Statale d’'Arte, meglio noto come Scuola del Libro. Tra il 1969 e il 1970 vive a Roma, dove frequenta stamperie d’arte, studi e ambienti artistici, maturando la passione per l’'incisione e, in modo particolare, per l’'acquaforte. Si iscrive quindi al Corso Internazionale della Tecnica dell’'Incisione Calcografica che si tiene sempre ad Urbino.
La necessità di approfondire, lo stimola poi a frequentare, per soli due anni, la sezione di pittura dell’'Accademia di Belle Arti della stessa città. Nel 1973 inizia la sua esperienza didattica, che prosegue fino al 2008: insegna Discipline Pittoriche all’'Accademia di Belle Arte di Lecce, poi al Liceo Artistico Statale di Varese ed infine all’'Istituto Statale d’'Arte di Macerata, dove vive ed opera. Dal 1972 ha partecipato a numerose collettive e personali sia in Italia che all'estero, realizzando anche edizioni d'arte con acqueforti. 

Immagine: Carlo iacomucci - Il giglio di San Giuseppe




22/12/2016
CIBO CARTE e ARTE - Mostra di Artisti Contemporanei dalla collezione di ASC Arte Sacra Contemporanea

Domenica 8 gennaio 2017
Ristorante Il Clandestino
Via Rosmini 5
Stresa VB - Italia

Nella splendida cornice del Verbano, presso il rinomato Ristorante di pesce “Il Clandestino” dello Chef Franco Marasco, avrà luogo l’evento “CIBO CARTE e ARTE” che comprende, una mostra di opere d’arte di Artisti Contemporanei Italiani ed Internazionali della Collezione ASC Arte Sacra Contemporanea, un pranzo esclusivo a base di pesce ed il Torneo di Burraco del Lago Maggiore. In mostra opere di giovani artisti e di artisti affermati: Ilaria Forlini, Nicola Liberatore, William Xerra, Antonio Spanedda, Gabriele Di Maulo, Nina Paley, Alberto Gianfreda, Giovanni Morgese, Silvia Venuti, Federico Cozzucoli, Stefano Pizzi, Bios Vincent, Vieri Parenti, Tarshito, Debora Fella, Florine Offergelt, Enrico Del Rosso e Mauro De Carli, oltre ad un’opera grafica di Picasso. A scopo divulgativo, è disponibile una brochure dell'evento contenente tutte le informazioni sulle opere e sugli artisti e che verrà distribuita al pubblico che interverrà all’evento, per far conoscere il mondo dell’arte contemporanea e tema sacro e non 
www.associazioneculturalecreati
va.
it/processed/20161212-124957-KTIGR-NAS.pdf. L’evento si aprirà con l’inaugurazione della Mostra d’Arte e la visita guidata alle opere in esposizione, a cui seguirà il pranzo, il torneo di Burraco del Lago Maggiore ad invito riservato ai soci di ACC e la premiazione finale. Tra le opere esposte 4 verranno selezionate e assegnate, durante la premiazione, ai vincitori del Torneo. Le opere resteranno in visione al pubblico fino a lunedì 16 gennaio 2017 con orario ore 10,00-12,00 presso il Ristorante Il Clandestino di Stresa. Partner dell’iniziativa: Dal Negro, Luigi Francoli Grappe, Torraccia Del Piantavigna, Bottega della Cornice, Il Clandestino Ristorante di pesce.

Per informazioni:
info@associazioneculturalecreativa.it




25/10/2016
Un'esposizione dei maestri e dei migliori allievi dell'Accademia di Brera all'University of Art and Design di Joshibi, Tokio

Tra il 3 e il 18 di novembre p.v. nell’ambito delle celebrazioni per il 150° Anniversario delle Relazioni tra il Giappone e l’Italia una delegazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera composta dal Direttore prof. Franco Marrocco, dal Responsabile per le Relazioni Esterne prof. Stefano Pizzi e da due allievi della Scuola di Pittura, Francesca Vitali e Simone Parise, si recherà a Tokio presso l’University of Art and Design.

La missione, organizzata dai proff. Stefano Pizzi e Tetsuro Shimizu prevede i seguenti principali appuntamenti:

- L’inaugurazione dell’esposizione “Opere dei Maestri di Brera e dei loro migliori allievi”:
- Franco MARROCCO
- Italo BRESSAN – Barbara Canali
- Roberto CASIRAGHI – Flavia Albu
- Giorgio CATTANI – Maria Castagna
- Italo CHIODI – Alice Fiorelli
- Marco CINGOLANI – Pietro Andrico
- Angelo Antonio FALMI – Gabriele Quarta
- Ignazio GADALETA – Saeed Naderi
- Renato GALBUSERA – Francesca Vitali Boldini
- Omar GALLIANI – Carolina Corno
- Gaetano GRILLO – Wang Hao
- Giordano MONTORSI – Lara Ilaria Braconi
- Stefano PIZZI – Simone Parise
- Simona UBERTO – Erika Costa
- Dany VESCOVI – Letizia Prestipino

- La partecipazione ai work-shop di produzione tradizionale giapponese della carta e dei pigmenti.
- La tenuta di conferenze sull’Alta Formazione Artistica in Italia e a Brera a cura del Direttore prof. Marrocco e del prof. Pizzi.
- La tenuta di una conferenza sulla propria ricerca e di un workshop del prof. Pizzi, coadiuvato dagli allievi Parise e Vitali ed alcuni allievi di Pittura di Joshibi, nell’ambito del quale realizzerà un’opera che verrà donata alla quadreria dell’Università.
Nel mese di gennaio del 2017 una delegazione dell’University of Art and Design di Joshibi sarà ospite dell’Accademia di Brera con un analogo programma.
L’Accademia di Belle Arti di Brera e l’University of Art and Design di Joshibi hanno firmato nel corso del 2016 un accordo bilaterale che prevede, oltre agli scambi culturali, la possibilità per gli studenti di entrambi gli atenei di frequentare i corsi dell’istituzione partner.




13/09/2016
La chiesa di Santa Croce in Padova Presentazione della guida

Dopo alcuni anni dalla pubblicazione della guida del Torresino, esce il secondo numero della collana I luoghi dell'arte e della fede, dedicato alla chiesa di Santa Croce in Padova.

La chiesa di Santa Croce in Padova
a cura del Museo Diocesano di Padova
testi di Patrizia Dal Zotto

La guida sarà presentata al pubblico giovedì 15 settembre, ore 21.00, presso la Sala del Redentore in Corso Vittorio Emanuele II, 174, in occasione della Festa della Comunità della parrocchia di Santa Croce.

Interverranno
Andrea Nante
Carlo Cavalli
Patrizia Dal Zotto

L'ingresso è libero.

Il Museo è aperto con in seguenti orari:
da giovedì a sabato 15.00-18.00
domenica 10.30-13.00; 15.00-18.00

 




14/06/2016
IOTIAMO Capsula del Tempo di Antonio Spanedda

Il progetto artistico IOTIAMO dell'artista novarese Antonio Spanedda si arricchisce della CAPSULA DEL TEMPO concepita come un’opera d’arte per viaggiare nel futuro. In questa declinazione tecnologica e creativa del progetto d'arte contemporanea IOTIAMO i giovani sono inventori del proprio futuro, attori protagonisti, futuri spettatori e portatori di emozioni positive per cambiare il mondo.
E’ già stato provato che i viaggi nel futuro sono potenzialmente possibili. Le basi concettuali dei viaggi nel tempo affondano le proprie radici nella teoria, ben verificata, della Relatività Generale di Einstein, di cui a breve ricorre il centenario. Un filo conduttore che unisce lo studio di un possibile viaggio nel tempo nel macrocosmo e microcosmo sono proprio le CTC, ovvero quei percorsi temporali chiusi che connettono il passato e il futuro in modo circolare, consentendo una violazione della cronologia, ma pur preservando il principio di causalità. 
Per Spanedda IOTIAMO Capsula del Tempo è un esperimento artistico, e riguarda un tipo di viaggio nel tempo molto diverso da quello previsto dalla relatività generale e dalla meccanica quantistica. In questo progetto possono partecipare tutti coloro che desiderano viaggiare nel futuro attraverso un'opera d'arte, diventando attori protagonisti oltre che futuri spettatori. A differenza delle capsule del tempo che solitamente sono sotterrate, IOTIAMO 2045 Capsula del Tempo è un'opera visiva, da esporre nella scuola, in un'abitazione, in un museo.
Il primo "viaggio nel tempo" è stato fatto con i bambini della Scuola Primaria dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Novara il 20 novembre 2015. I bambini hanno partecipato con entusiasmo al primo Happening della Capsula del Tempo, ed hanno registrato i loro video messaggi per il futuro.
Grazie a questo progetto l'artista ha incontrato molti giovani ed ha scoperto che moltissimi di loro credono ancora nell’amore, nell’amore per la vita, per i genitori, per gli amici. Sono più attenti alle persone, alle diversità, all’ambiente ed essendo capaci di inventare nuovi linguaggi, sono molto creativi. 
Essi sono la prima generazione globale, con valori e modi di pensare convergenti, e per questo motivo hanno bisogno di un riconoscimento sociale.
"IOTIAMO 2045 Capsula del Tempo" con una cerimonia ufficiale il 21 maggio 2016 è stata consegnata all'Istituto Maria Ausiliatrice di Novara che avrà il compito di custodirla fino a quando verrà riaperta il 24 ottobre 2045.
La capsula è stata registrata al Collegio Oglethorpe The International Time Capsule Society ad Atlanta U.S.A. 

Al fine di raccogliere fondi per portare questo progetto ad altri bambini in altre scuole italiane è stato attivato un crowdfunding su www.eppela.com. Per ogni donazione sono previste delle ricompense.

Saper ascoltare e valorizzare il mondo giovanile è un dovere primario di tutta la società.




24/03/2016
L’arte del fare GIANNINO CASTIGLIONI Scultore

Giovedì 31 marzo alle ore 18 alla Biblioteca Ambrosiana (Piazza Pio XI, 2 Sala delle Accademie) verrà presentato il volume  L’arte del fare GIANNINO CASTIGLIONI Scultore (Skira editore). Il bellissimo libro è il risultato delle recenti ricerche rivolte alla rivalutazione dell’attività di Giannino Castiglioni (Milano 1884 – Lierna 1971), uno tra i più importanti pittori, incisori e scultori del Novecento italiano. L’opera, curata da Eugenio Guglielmi, attraverso testimonianze dirette e studi monografici di giovani e accreditati studiosi, nonché inediti materiali d’archivio, mette in evidenza la formazione dell’artista e il suo rapporto con l’ambiente milanese nel clima culturale a cavallo tra il tardo simbolismo ottocentesco e il nascente Liberty. Particolare attenzione viene data alla formazione di Castiglioni presso l’Accademia di Brera e alle opere che lo resero celebre, tra cui ricordiamo quelle presenti al Cimitero Monumentale, i Sacrari dedicati ai Caduti della Prima Guerra Mondiale e la Porta del Duomo di Milano. Un capitolo riguarda, infine, lo studio dei 350 gessi conservati presso il Comune di Lierna, dono degli eredi, nell’ottica della creazione di una Gipsoteca da inserire nei percorsi provinciali e regionali lombardi.

INGRESSO LIBERO 


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24/03/2016
PASQUA E PASQUETTA APERTI TUTTI I GRANDI MUSEI STATALI

In occasione delle prossime festività di Pasqua e del Lunedì dell’Angelo i musei, le aree archeologiche e i luoghi della cultura statali resteranno aperti. Domenica 27 e lunedì 28 marzo i grandi musei statali rimarranno aperti, rispettando il normale piano tariffario. Una apertura straordinaria in tutta Italia dagli Scavi di Pompei alla Pinacoteca Brera, dal Castello di Miramare di Trieste al Museo Nazionale Archeologico di Napoli, da Paestum agli Uffizi, dal Foro Romano e Palatino al Cenacolo Vinciano, dalla Reggia di Caserta al Colosseo, dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma ai Musei Reali di Torino, dal Museo d’Arte Orientale di Venezia a Castel Sant’Angelo, dal Museo Egizio al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Per informazioni:
http://www.beniculturali.it/
mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti
/MibacUnif/
Comunicati/visualizza_
asset.html_1151786380.html

 




27/02/2016
La Misericordia Spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni

Lunedì 29 Febbraio 2016, h 21:00
Chiesa di San Graziano
Arona (NO), Italia

"Beati i Misericordiosi, perché riceveranno Misericordia"

A partire dalla Misericordia come virtù della reciprocità, l'interpretazione di Lucilla Gianoni ci guiderà in un percorso antropologico e spirituale: la beatitudine evangelica della Misericordia si erge a virtù morale e condivisa del vivere civile. La rappresentazione dell'incontro tra fede e dimensione civica nella vita di comunità prende forma sullo sfondo del Duomo e del Palazzo della Ragione, luogo d'intreccio tra l'autorità religiosa e il potere civile, per celebrare un valore condiviso, quello di Misericordia appunto, le cui radici affondano nella storia antica. A cura di: Vicariato dell’Aronese; Parrocchia di Arona; Associazione Partecipazione e Solidarietà.




25/02/2016
L’ENERGIA DEL FEMMINILE NEL BUDDHISMO TIBETANO

SABATO 5 MARZO 2016 - dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16
CELSO - ISTITUTO DI STUDI ORIENTALI
Dipartimento Studi Asiatici
Archivio Arti Contemporanee
BSA Biblioteca di Studi Asiatici
Galleria Mazzini 7 – 16121 Genova - Italy

Il seminario "L'Energia del Femminile nel Buddhismo Tibetano" che si terrà sabato 5 marzo nelle fasce orarie 11-13 e 14-16, verterà sui temi Le forme del divino femminile, Le divinità ‘naturate di spazio’, Archetipo femminile e materno e Donne di illuminazione, e sarà a cura della Prof.ssa Carla Gianotti, tibetologa, docente di lingua e cultura tibetana, autrice di numerose pubblicazioni tra cui: "Donne di illuminazione: Dakini e demonesse”, Madri divine e maestre di Dharma" (Ubaldini),  “La vita di Milarepa” (UTET), prima versione italiana della vita di Milarepa condotta sull’originale tibetano,  “Il Grande Sigillo: la conoscenza originaria di Maha Mudra” (Mimesis), “Cenerentola nel paese delle nevi” (Utet). Il Seminario e' ad iscrizione.

Per informazioni:
tel [+39] 010586556
info@celso.org
www.celso.org




25/02/2016
Symbols

4 – 26 marzo 2016
Genova Palazzo Ducale - Fondazione per la cultura
Sala Dogana
Piazza Matteotti, 9
Genova, Italia

Inaugurazione venerdì 4 marzo, ore 18
Orario: mar-dom ore 15-20 Ingresso libero

16 incisori hanno riletto in chiave contemporanea i simboli dei monumenti funerari presenti in alcuni cimiteri monumentali europei e 10 tra musicisti e danzatori ne hanno tratto coreografie. Dopo le residenze d’artista di Avilés e di Dundee realizzate all’interno del progetto Symbols, una mostra evocativa nata dalle suggestioni dell’arte funeraria.

Per informazioni:
palazzoducale@palazzoducale.
genova.it
www.palazzoducale.genova.it



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22/01/2016
Paolo Scirpa. L'Artista calligrafo della luce elettrica.

Per ripercorrere l'esperienza artistica di Paolo Scirpa, proponiamo l'ultima intervista al Maestro realizzata da Adriano Mujelli, che lo ha incontrato nel suo studio di Milano.

PAOLO SCIRPA, ARTIST, WORKPLACE, MILANO
di Adriano Mujelli (fondatore di The Creative Brothers, il magazine dei creativi di ogni campo, del loro vissuto, delle loro passioni, dei loro luoghi.)

Milano interno giorno. L’atelier in cui ci accoglie Paolo Scirpa è straripante di oggetti, sculture, scatole, involucri, caos riorganizzato in modo responsabile come si addice ad un artista affascinante che ha attraversato gli ultimi 50 anni d’arte contemporanea con sculture assemblate con gli oggetti più disparati, spesso di recupero, insieme ai suoi quadri e a potenti installazioni luminose.
Tutte opere reduci dai più importanti musei e gallerie del mondo con altrettanti aneddoti da raccontare, come si addice a chi ha visto e vissuto molte storie in molti luoghi.
Pozzi luminosi aprono finestre su mondi nuovi e “apparentemente” infiniti, mentre espansioni e traslazioni di neon colorato riempiono lo spazio di ludoteche in cui perdersi e fantasticare.

Viviamo in un mondo che sempre più spesso riduce gli spazi e i tempi personali, trasformando l’intimità e la privacy in spettacolo. L’arte in che modo viene influenzata da una società che trasforma e utilizza tutto in merce da consumare voracemente: simboli, valori, idee, miti, icone?

Evidentemente l’arte viene influenzata dalla nostra società. Per esempio l’idea della mia Megalopoli (1972) nasce negli anni della contestazione, gli stessi anni in cui io arrivai a Milano (1968) dove iniziai subito a insegnare a Brera. Fui catapultato in questa città in tumulto: assemblee infinite in accademia che si prolungavano anche di notte. Fui pienamente coinvolto in questo clima febbrile, partecipe alle questioni messe allora in discussione e allo stesso tempo affascinato da questa città, caratterizzata da edifici alti, luci, installazioni. Una città spettacolare e apparentemente bellissima, ma allo stesso tempo mercificata e disumana. 
La città l’avevo già dipinta, ma maturava in me il desiderio di realizzarla in modo tridimensionale. Determinante per questa svolta tridimensionale fu il Nouveau Réalisme che in quegli anni a Milano aveva dato numerosi esempi di installazioni e azioni per la città.
 Così cominciai a raccogliere oggetti, scatole, involucri di oggetti d’uso quotidiano. Li assemblai poi gli uni a fianco agli altri ricostruendo una sorta di megalopoli moderna; alla base, uno specchio rendeva infinita la prospettiva di questa città così consumistica e vuota.
 Partendo dalla contingenza della contestazione, l’opera arriva a trattare un problema morale e universale. Nel 1975 Roberto Sanesi, descrivendo la Megalopoli consumistica parla di «un uso inatteso di materiali pop».
Ho continuato poi questo discorso di denuncia anche nel Grande Tabellone consumistico bifrontale, dal 1992 al 2002, con l’installazione di un grande muro con spiragli luminosi tra un elemento e l’altro, specchianti a pavimento.
Così in un’altra installazione, La Galera del benessere, 1994/1998, ancora una volta denuncio lo sfrenato ed invadente consumismo che permea ogni aspetto del nostro quotidiano: tutto l’universo-mondo è evocato da un globo terracqueo ricoperto, anzi del tutto costituito da citazioni consumistiche esplicite, etichette, confezioni, involucri, marche e loghi di prodotti. La realtà, insomma, è letteralmente fondata sul mercato. L’installazione è marcata dalla presenza di una gabbia carceraria che sostiene e contemporaneamente imprigiona il mondo nella griglia tecnologica delle sue strutture.

Marco Meneguzzo scrive dei suoi lavori: «nel cubo ideale e reale delle sue opere cinque pareti di specchio e la sesta aperta, come il boccascena di un teatro». Com’è il suo rapporto con il mondo teatrale?

Il mondo del teatro mi ha sempre interessato. Fin da giovane assistevo affascinato agli spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa.
Nei cerchi concentrici di neon del mio ludoscopio ho ritrovato la forma e la precisione matematico – geometrica della gradinata del Teatro Greco, immaginandola specchiata a completare il cerchio.
Nel Progetto archetipo del Teatro Greco di Siracusa con luci al neon (1998/2003), si può riconoscere la struttura semiconica tronca rovesciata del Teatro Greco di Siracusa che, nelle sequenze dei semicerchi, è ideale per le immagini a profondità fittizie da me elaborate. Essa appare sorprendentemente già pronta per disporre linearmente i tubi fluorescenti sui gradini della cavea stessa per sottolineare un messaggio di pace nella grande spettacolarità monumentale, ludoscopio non fittizio ma vero. Il Teatro che avevo vissuto a Siracusa, è come un imprinting, una cultura trasformata in DNA.
Nel Teatro e il suo doppio (2009), ho avvertito la necessità di utilizzare nuovi materiali, marmo, legno, ma sarebbe auspicabile per me superare l’utopia per realizzare un’opera simile, dove l’idea del ludoscopio rimane integra alla base, un nuovo monumento forse per lo spettacolo di domani, concepito per il teatro al suo interno e contemporaneamente anche all’esterno immaginando rappresentazioni con coreografie di vaste dimensioni. Il ludoscopio può avere anche una funzione didattica ed è stato inserito in scenografie e spettacoli di vario genere, sia televisivi che teatrali: esso è come un teatro-luce in cui la scena è programmata nei minimi particolari e il corpo e la mente vi partecipano attivamente.

Quali sono i suoi riferimenti artistico – culturali del passato?

Mi considero un artista autonomo e indipendente all’interno dei circuiti artistici italiani ed ho sempre lavorato in un «operoso isolamento» (cit. Marco Meneguzzo).
Ho iniziato a studiare pittura fin dall’adolescenza in Sicilia. Le mie prime opere pittoriche, vibranti di luce e colore, risentono della radici naturalistiche del luogo d’origine, della Magna Grecia. Pierre Restany dirà in un suo saggio (1986) sul mio lavoro che «il rigore geometrico del discorso di Scirpa s’inserisce nella perfetta continuità del discorso greco, del discorso dei suoi antenati della Magna Grecia». Dopo aver completato gli studi artistici, ho soggiornato negli anni Sessanta in diverse città europee, approfondendo la conoscenza delle avanguardie storiche e frequentando per molti anni le officine grafiche di Salzburg alla Kunstlerhaus ed alla Internationale SommerAkademie fuer Bildende Kunst dove ho conosciuto John Friedlaender nel cui studio ho lavorato a Parigi. È in questo ambiente culturale che incontrai Oscar Kokoschka, che mi evidenziò l’importanza fondamentale dello spazio e della luce nell’opera d’arte.
Negli anni Settanta i miei interessi spaziano dalle ricerche del Nouveau Réalisme di Pierre Restany alla Pop Art. che mi ha sempre infatti affascinato e che ho rielaborato in maniera quasi inconscia e personale.
Il Manifesto Tecnico della Scultura Futurista di Boccioni, che aveva teorizzato la possibilità di impiego della luce elettrica nell’opera d’arte e lo Spazialismo di Fontana mi hanno interessato particolarmente in quegli anni così come le sperimentazioni dell’Arte Ottica e Cinetica e del GRAV a Parigi. Sono entrato in contatto con esponenti del MAC tra cui Bruno Munari o il Gruppo T a Milano. Li conoscevo di persona, mi è anche capitato di esporre con loro, ma non mi sono mai dichiarato un artista ottico-cinetico. Mi sentivo molto più vicino a Fontana. Così come i suoi tagli anche le mie opere si propongono di andare oltre la superficie.
Ai Ludoscopi sono arrivato grazie a un percorso, per questo non posso essere definito semplicemente un cinetico.

Da dove nasce l’idea di utilizzare il neon?

Dopo aver realizzato la Megalopoli consumistica (1972) – grande installazione di 2x2x2 metri in cui attraverso un foro si può vedere una città illuminata fatta di vuoti a perdere, scatole, scatolette – mi è venuto spontaneo sostituire le linee quadrate di questa città che sprofondano in un abisso senza fine con la linearità dei neon.
Ho scelto il neon come mezzo e messaggio allo stesso tempo, usandolo inizialmente nei colori fondamentali, attribuendo un colore ad ogni forma, secondo gli insegnamenti mistico-percettivi di Kandinsky. E infine perché «la luce è tutto. Esprime ideologia, emozione, colore, profondità, stile»  (cit. Federico Fellini).

Lei è milanese d’adozione. Da siciliano doc, com’è stato l’impatto con Milano e come si è evoluto nel corso degli anni il suo rapporto con la grande città?


Agli inizi degli anni Sessanta, la situazione in Sicilia, anche se considerata di buon livello, non era semplice per me. Il clima che si respirava nell’ambiente sembrava che non permettesse di veder oltre, per cui diventò necessario tenere contatti con ambienti e artisti di altre estrazioni culturali che mi portarono alla decisione di trasferirmi a Milano, città più adatta per dei contatti soprattutto europei. Oggi considero questa scelta importante e positiva, nonostante le difficoltà incontrate. Rispetto ai turbolenti anni Settanta, oggi il clima mi sembra alquanto diverso. Tutto è tornato ad una serenità apparente, dove lo spirito libero e laborioso nel suo silenzio non trova facile inserimento e gli spazi culturali sono strutturati, a me sembra, in aree di potere e di mercato.
Milano è ancora comunque una città culturalmente vivace e le idee delle nuove generazioni con mezzi straordinari mi sembrano spesso vivaci e sorprendenti.

Qual è il miglior augurio che potrebbe fare alle sue opere?

Per esperienze già fatte, auspicherei che esse potessero essere inserite in altri spazi pubblici per una fruizione più ampia e perché ho constatato che al di fuori dei luoghi deputati (gallerie, musei, ambienti d’arte, collezioni) esse vengono spontaneamente fruite per il loro fascino da una larga fascia di gente comune e soprattutto dai bambini.
Essi dovrebbero dialettizzarsi con uno spazio più ampio e caratterizzato poiché darebbero un respiro più profondo all’ambiente preesistente e al mondo il suo nuovo senso con una nuova architettura concettuale. Ho progettato con tecniche di fotomontaggio degli interventi di trasformazione e rivitalizzazione percettiva e spaziale di ambienti di pregio storico, di monumenti rappresentativi delle nostre città, sollecitando con essi un rapporto nuovo, fantasioso, ludico e creativo.
Le mie strutture linguistiche quadrate, rettangolari, spiraloidi, circolari s’inseriscono perfettamente nel discorso strutturale: sono come dei percorsi per collegare passato e presente, monumento edificato e monumento immateriale eretto dalla luce. Il monumento, l’architettura acquistano così un respiro profondo, un elemento dinamico, una nuova visione.

Una costante nelle sue opere è l’utilizzo di luci al neon. Pensa che in futuro potrebbe utilizzare il led come alternativa?

Sono sempre affascinato dalla possibilità di piegare il tubo-luce a forme inconsuete e varie e dalla nettezza e linearità della luce al neon.
I led, intendendo quelli puntiformi, straordinari per la loro brillantezza, rimangono estranei finora al mio linguaggio strutturale di segno-luce, ma non è escluso che possa diventare un altro mio mezzo espressivo.

Guardando le sue opere si ha la sensazione di guardare “oltre”. Ha mai pensato che i suoi pozzi siano anche una finestra su altre dimensioni?

Penso che il ludoscopio possa essere motivo di riflessione e di ricerca della propria identità. Il labirinto è per eccellenza l’emblema universale della ricerca dell’infinito.
L’idea dell’infinito mi ha fatto infatti sempre riflettere ed è stato il movente del mio operare. Quindi le profondità fittizie dei ludoscopi diventano mezzo e messaggio nello stesso tempo, come tentativo di rincorrere una bellezza ideale e l’infinito che è dentro di noi.
I “Ludoscopi” hanno un effetto destabilizzante, scuotono una stabilità apparente, un invito a riflettere su una condizione che attanaglia l’uomo attuale.
I vortici di luce, benché racchiusi in spazi apparentemente limitati, indicano un viaggio oltre il limite, verso una dimensione universale ancora da esplorare. Vorrei esprimere il bisogno di trascendenza nell’uomo, di un viaggio nuovo, un viaggio in cui il tangibile diviene intangibile e l’essenza prende il posto della consistenza.

 

Mostre in corso:


PAOLO SCIRPA - LA LUCE NEL POZZO

A CURA DI MARCO MENEGUZZO
11 DICEMBRE 2015 - 07 FEBBRAIO 2016
ARENA STUDIO D'ARTE - VERONA

E’ evidente che il titolo “La luce nel pozzo” allude alla “luna nel pozzo” di proverbiale memoria: nella parabola laica si vede la luna nel pozzo, e si pensa che la luna si possa afferrare, prendere semplicemente calando il secchio e tirandola su, e analogamente, nelle opere di Paolo Scirpa, non solo si vede la luce potenzialmente infinita dentro il pozzo, ma non ci si accorge che anche il pozzo è creato percettivamente da luce e specchio. In entrambi i casi pensiamo di vedere quel che di fatto non esiste se non come immagine, e anche se nelle opere di Scirpa non esiste quell’intenzione moralistica che c’è nel racconto della Luna nel pozzo
(credere di poter possedere facilmente qualcosa che è invece
incommensurabilmente difficile, se non impossibile…)...

Orari di apertura al pubblico: 10.30 – 12.30 e 16.00 – 19.30.
Lunedì su appuntamento, tel. +39 3427414481
arenastudiodarte@gmail.com



L'OCCHIO MOBILE. L'ARTE CINETICA ITALIANA DAGLI 50 AGLI ANNI 70
A CURA DI MICOL DI VEROLI
14 GENNAIO - 14 FEBBRAIO 2016
MUSEO MUO - ZAGABRIA

Inaugurata al museo MUO di Zagabria, alla presenza del Direttore Miroslav Gasparovic, del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Zagabria Maria Sica, della curatrice della mostra Micol Di Veroli, del Primo Segretario dell'Ambasciata d'Italia a Zagabria Luca Laudiero, dell' Assessore alla Cultura della Citta' di Zagabria Ivica Lovric, la mostra Occhio mobile. L'arte cinetica italiana dagli 50 agli anni 70 (14 gennaio -14 febbraio 2016), a cura di Micol Di Veroli e organizzata dall'Ambasciata d'Italia e dall'Istituto Italiano di Cultura a Zagabria.
L'esposizione, che rientra nel programma di promozione dell'arte contemporanea italiana all'estero, raccoglie opere di esponenti chiave del movimento, tra i quali si ricordano: Bruno Munari, Getulio Alviani, Antonio Barrese, Mario Ballocco, Enzo Mari, Grazia Varisco. Artisti che rivestirono tutti un ruolo di primaria importanza nell'ambito del Cinetismo internazionale, definito come 'Ultima avanguardia', e che aggregò la ricerca artistica di artisti di provenienza geografica diversa.

Il gruppo delle Nuove Tendenze a Zagabria
L'arte Cinetica ebbe a Zagabria uno dei poli piu' significativi con il movimento delle Nuove Tendenze, che rappresentò uno dei momenti più brillanti del recente passato artistico della Croazia.
Non a caso la mostra è stata presentata negli stessi spazi museali dove ebbe luogo l'ultima mostra delle Nuove Tendenze e perciò, per molti degli autori in mostra, l’esposizione rappresenta un ideale ritorno nei luoghi dove la loro ricerca artistica si confrontò con la linea di pensiero di artisti locali alla ricerca di un comune denominatore nel sistema dell’arte europea.
La mostra si compone anche di una sezione dedicata all'indagine estetica compiuta nel mondo della moda da Fausto Sarli, grande couturier, che riportò il geometrismo e la combinazione del bianco e nero delle opere dell'arte cinetica negli abiti realizzati in quel periodo. Una selezione di 10 abiti testimonia la vicinanaza di Sarli alle sperimentazioni artistiche di quegli anni, evidenziando il ruolo storico della moda nel sistema dell'arte contemporanea.
http://www.muo.hr/



VITE DA GALLERISTA. EZIO PAGANO
A CURA DI MARCO MENEGUZZO
19 DICEMBRE - 20 FEBBRAIO 2016
FABBRICHE CHIARAMONTANE - AGRIGENTO

Con la mostra dedicata alla attività poliedrica di Ezio Pagano (Bagheria 1948) le FAM continuano nell’indagine sulla storia della cultura artistica siciliana, sul sistema dell’arte nell’isola e sui rapporti tra questo e il sistema nazionale di diffusione e comunicazione dell’arte, iniziato con la rassegna dedicata alla figura di Nino Soldano nel 2013.

Alle FAM verrà esposta una selezione di oltre sessanta artisti, scelti da Marco Meneguzzo – che cura la mostra, e ha scritto il saggio critico e raccolto una lunga intervista con Pagano, pubblicati con altri apparati e con le illustrazioni delle opere esposte in catalogo -, volutamente individuati tra coloro che sono internazionalmente noti, ma anche tra quegli artisti significativi per la cultura siciliana, pur non essendo magari molto conosciuti in ambito nazionale, seguendo in questo l’intento culturale che è alla base di “Museum”.
Tra le opere esposte: Carla Accardi, Pietro Consagra, Antonio Sanfilippo, Salvatore Scarpitta, Emilio Isgrò, Piero Guccione, Renato Guttuso, Pino Pinelli, Elio Marchegiani, Augusto Perez, Nino Franchina, Mimmo Germanà, Carmelo Cappello, Luca Maria Patella, Paolo Scirpa, etc.
http://www.fabbrichechiaramontane.com/

 

Biografia

Paolo Scirpa (Siracusa, 1934) vive a Milano.

Il suo lavoro è sempre stato proteso ad una ricerca interiore fuori da ogni legame di appartenenza. Dagli anni '70 passa da una iconografia bidimensionale alla modularità di uno spazio oggettuale che la luce e gli specchi trasformano in polioggettuale. La sua ricerca si orienta verso una dimensione in cui luce e spazio divengono protagonisti immateriali e spettacolari.
L’artista è interessato a rappresentare non tanto la luce reale quanto la luce “ideale” cioè l’idea dell’infinito e per questo si serve dei mezzi a sua disposizione, tubi luminosi e specchi. Realizza i Ludoscopi, opere tridimensionali che propongono la percezione di profondità fittizie, veri iperspazi-luce in cui è abolito il limite tra il reale e l’illusorio.
Bruno Munari ne evidenzia anche l’aspetto ludico.
I suoi spazi virtuali sollecitano l’attenzione di studiosi di arte e scienza.
Nel corso degli anni realizza anche grandi opere di denuncia consumistica - tra le quali Megalopoli consumistica del '72 - delle installazioni e delle pitture che sono quasi una rappresentazione bidimensionale dei Ludoscopi.
Negli anni ‘80 sviluppa i primi interventi progettuali inserendo le sue voragini luminose in architetture varie e ambienti di grande prestigio.


Per anni è presente al Salon Grands et Jeunes d’aujourd’hui di Parigi; alla IX e alla XIII Quadriennale di Roma, al Palazzo dei Diamanti (Ferrara) e di recente allo ZKM Zentrum für Kunst und Medientechnologie (Karlsruhe), alla Neue Galerie (Graz), al MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, alla GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma), al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, al Museum Ritter (Waldenbuch) e alla Farnesina (Roma).

Inoltre sue opere sono in collezioni e musei tra i quali il MAGA Museo Arte Gallarate, il Museo del Novecento (MIlano), le Civiche Raccolte delle Stampe Achille Bertarelli al Castello Sforzesco (Milano), il MAPP Museo d’Arte Paolo Pini (Milano), la VAF-Stiftung del MART di Trento e Rovereto, la GNAM (Roma), il Museum Ritter (Waldenbuch), il Museo Civico d'Arte Contemporanea (Gibellina), il Museum (Bagheria), le Fabbriche Chiaramontane (Agrigento).
É stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Per maggiori informazioni: www.paoloscirpa.it
 

Immagine: Paolo Scirpa, Opera senza titolo, serigrafia a due colori con intervento a pastello, 50x70 cm..  L'opera è stata gentilmente donata dall'artista ad ACC Associazione Culturale Creativa per la raccolta fondi promossa in favore e a sostegno delle attività di ASC Arte Sacra Contemporanea mediante la lotteria a premi "Dona, Gioca, Colleziona Arte".



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