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ASC NEWS

12/07/2017
Paese Poesia luglio 2017 - Belvedere Ostrense

Il maestro Carlo Iacomucci, recentemente, ha partecipato, in qualità di ospite, alla decima edizione del premio di poesia dedicato a "Biagino Casci" a Belvedere Ostrense, per aver illustrato, con una sua opera, la copertina del librocatalogo dove sono riportate le poesie dei premiati, l'invito cartaceo e il manifesto.
Per l'occasione, l’artista ha donato due sue opere incise, che sono state consegnate, come premio, ai finalisti del concorso. In segno di riconoscenza, sono state dedicate all’'artista Iacomucci sei pagine all'interno del librocatalogo "PaesePoesia 2017", contestualmente ad un breve testo critico della dott.ssa Patrizia Minnozzi (laureata in giurisprudenza, vive a Macerata. Ama l'arte, la fotografia,e la tecnologia).

L'incisore Carlo Iacomucci nasce nel 1949 a Urbino, città in cui, con serietà e costanza, ha potuto avvicinarsi, per gradi e per avvio naturale, alla grande tradizione della scuola urbinate, che porta avanti da circa 40 anni. Nella sua città natale, riceve la prima formazione artistica presso l’Istituto Statale d’'Arte, meglio noto come Scuola del Libro. Tra il 1969 e il 1970 vive a Roma, dove frequenta stamperie d’arte, studi e ambienti artistici, maturando la passione per l’'incisione e, in modo particolare, per l’'acquaforte. Si iscrive quindi al Corso Internazionale della Tecnica dell’'Incisione Calcografica che si tiene sempre ad Urbino.
La necessità di approfondire, lo stimola poi a frequentare, per soli due anni, la sezione di pittura dell’'Accademia di Belle Arti della stessa città. Nel 1973 inizia la sua esperienza didattica, che prosegue fino al 2008: insegna Discipline Pittoriche all’'Accademia di Belle Arte di Lecce, poi al Liceo Artistico Statale di Varese ed infine all’'Istituto Statale d’'Arte di Macerata, dove vive ed opera. Dal 1972 ha partecipato a numerose collettive e personali sia in Italia che all'estero, realizzando anche edizioni d'arte con acqueforti. 

Immagine: Carlo iacomucci - Il giglio di San Giuseppe




22/12/2016
CIBO CARTE e ARTE - Mostra di Artisti Contemporanei dalla collezione di ASC Arte Sacra Contemporanea

Domenica 8 gennaio 2017
Ristorante Il Clandestino
Via Rosmini 5
Stresa VB - Italia

Nella splendida cornice del Verbano, presso il rinomato Ristorante di pesce “Il Clandestino” dello Chef Franco Marasco, avrà luogo l’evento “CIBO CARTE e ARTE” che comprende, una mostra di opere d’arte di Artisti Contemporanei Italiani ed Internazionali della Collezione ASC Arte Sacra Contemporanea, un pranzo esclusivo a base di pesce ed il Torneo di Burraco del Lago Maggiore. In mostra opere di giovani artisti e di artisti affermati: Ilaria Forlini, Nicola Liberatore, William Xerra, Antonio Spanedda, Gabriele Di Maulo, Nina Paley, Alberto Gianfreda, Giovanni Morgese, Silvia Venuti, Federico Cozzucoli, Stefano Pizzi, Bios Vincent, Vieri Parenti, Tarshito, Debora Fella, Florine Offergelt, Enrico Del Rosso e Mauro De Carli, oltre ad un’opera grafica di Picasso. A scopo divulgativo, è disponibile una brochure dell'evento contenente tutte le informazioni sulle opere e sugli artisti e che verrà distribuita al pubblico che interverrà all’evento, per far conoscere il mondo dell’arte contemporanea e tema sacro e non 
www.associazioneculturalecreati
va.
it/processed/20161212-124957-KTIGR-NAS.pdf. L’evento si aprirà con l’inaugurazione della Mostra d’Arte e la visita guidata alle opere in esposizione, a cui seguirà il pranzo, il torneo di Burraco del Lago Maggiore ad invito riservato ai soci di ACC e la premiazione finale. Tra le opere esposte 4 verranno selezionate e assegnate, durante la premiazione, ai vincitori del Torneo. Le opere resteranno in visione al pubblico fino a lunedì 16 gennaio 2017 con orario ore 10,00-12,00 presso il Ristorante Il Clandestino di Stresa. Partner dell’iniziativa: Dal Negro, Luigi Francoli Grappe, Torraccia Del Piantavigna, Bottega della Cornice, Il Clandestino Ristorante di pesce.

Per informazioni:
info@associazioneculturalecreativa.it




25/10/2016
Un'esposizione dei maestri e dei migliori allievi dell'Accademia di Brera all'University of Art and Design di Joshibi, Tokio

Tra il 3 e il 18 di novembre p.v. nell’ambito delle celebrazioni per il 150° Anniversario delle Relazioni tra il Giappone e l’Italia una delegazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera composta dal Direttore prof. Franco Marrocco, dal Responsabile per le Relazioni Esterne prof. Stefano Pizzi e da due allievi della Scuola di Pittura, Francesca Vitali e Simone Parise, si recherà a Tokio presso l’University of Art and Design.

La missione, organizzata dai proff. Stefano Pizzi e Tetsuro Shimizu prevede i seguenti principali appuntamenti:

- L’inaugurazione dell’esposizione “Opere dei Maestri di Brera e dei loro migliori allievi”:
- Franco MARROCCO
- Italo BRESSAN – Barbara Canali
- Roberto CASIRAGHI – Flavia Albu
- Giorgio CATTANI – Maria Castagna
- Italo CHIODI – Alice Fiorelli
- Marco CINGOLANI – Pietro Andrico
- Angelo Antonio FALMI – Gabriele Quarta
- Ignazio GADALETA – Saeed Naderi
- Renato GALBUSERA – Francesca Vitali Boldini
- Omar GALLIANI – Carolina Corno
- Gaetano GRILLO – Wang Hao
- Giordano MONTORSI – Lara Ilaria Braconi
- Stefano PIZZI – Simone Parise
- Simona UBERTO – Erika Costa
- Dany VESCOVI – Letizia Prestipino

- La partecipazione ai work-shop di produzione tradizionale giapponese della carta e dei pigmenti.
- La tenuta di conferenze sull’Alta Formazione Artistica in Italia e a Brera a cura del Direttore prof. Marrocco e del prof. Pizzi.
- La tenuta di una conferenza sulla propria ricerca e di un workshop del prof. Pizzi, coadiuvato dagli allievi Parise e Vitali ed alcuni allievi di Pittura di Joshibi, nell’ambito del quale realizzerà un’opera che verrà donata alla quadreria dell’Università.
Nel mese di gennaio del 2017 una delegazione dell’University of Art and Design di Joshibi sarà ospite dell’Accademia di Brera con un analogo programma.
L’Accademia di Belle Arti di Brera e l’University of Art and Design di Joshibi hanno firmato nel corso del 2016 un accordo bilaterale che prevede, oltre agli scambi culturali, la possibilità per gli studenti di entrambi gli atenei di frequentare i corsi dell’istituzione partner.




13/09/2016
La chiesa di Santa Croce in Padova Presentazione della guida

Dopo alcuni anni dalla pubblicazione della guida del Torresino, esce il secondo numero della collana I luoghi dell'arte e della fede, dedicato alla chiesa di Santa Croce in Padova.

La chiesa di Santa Croce in Padova
a cura del Museo Diocesano di Padova
testi di Patrizia Dal Zotto

La guida sarà presentata al pubblico giovedì 15 settembre, ore 21.00, presso la Sala del Redentore in Corso Vittorio Emanuele II, 174, in occasione della Festa della Comunità della parrocchia di Santa Croce.

Interverranno
Andrea Nante
Carlo Cavalli
Patrizia Dal Zotto

L'ingresso è libero.

Il Museo è aperto con in seguenti orari:
da giovedì a sabato 15.00-18.00
domenica 10.30-13.00; 15.00-18.00

 




14/06/2016
IOTIAMO Capsula del Tempo di Antonio Spanedda

Il progetto artistico IOTIAMO dell'artista novarese Antonio Spanedda si arricchisce della CAPSULA DEL TEMPO concepita come un’opera d’arte per viaggiare nel futuro. In questa declinazione tecnologica e creativa del progetto d'arte contemporanea IOTIAMO i giovani sono inventori del proprio futuro, attori protagonisti, futuri spettatori e portatori di emozioni positive per cambiare il mondo.
E’ già stato provato che i viaggi nel futuro sono potenzialmente possibili. Le basi concettuali dei viaggi nel tempo affondano le proprie radici nella teoria, ben verificata, della Relatività Generale di Einstein, di cui a breve ricorre il centenario. Un filo conduttore che unisce lo studio di un possibile viaggio nel tempo nel macrocosmo e microcosmo sono proprio le CTC, ovvero quei percorsi temporali chiusi che connettono il passato e il futuro in modo circolare, consentendo una violazione della cronologia, ma pur preservando il principio di causalità. 
Per Spanedda IOTIAMO Capsula del Tempo è un esperimento artistico, e riguarda un tipo di viaggio nel tempo molto diverso da quello previsto dalla relatività generale e dalla meccanica quantistica. In questo progetto possono partecipare tutti coloro che desiderano viaggiare nel futuro attraverso un'opera d'arte, diventando attori protagonisti oltre che futuri spettatori. A differenza delle capsule del tempo che solitamente sono sotterrate, IOTIAMO 2045 Capsula del Tempo è un'opera visiva, da esporre nella scuola, in un'abitazione, in un museo.
Il primo "viaggio nel tempo" è stato fatto con i bambini della Scuola Primaria dell’Istituto Maria Ausiliatrice di Novara il 20 novembre 2015. I bambini hanno partecipato con entusiasmo al primo Happening della Capsula del Tempo, ed hanno registrato i loro video messaggi per il futuro.
Grazie a questo progetto l'artista ha incontrato molti giovani ed ha scoperto che moltissimi di loro credono ancora nell’amore, nell’amore per la vita, per i genitori, per gli amici. Sono più attenti alle persone, alle diversità, all’ambiente ed essendo capaci di inventare nuovi linguaggi, sono molto creativi. 
Essi sono la prima generazione globale, con valori e modi di pensare convergenti, e per questo motivo hanno bisogno di un riconoscimento sociale.
"IOTIAMO 2045 Capsula del Tempo" con una cerimonia ufficiale il 21 maggio 2016 è stata consegnata all'Istituto Maria Ausiliatrice di Novara che avrà il compito di custodirla fino a quando verrà riaperta il 24 ottobre 2045.
La capsula è stata registrata al Collegio Oglethorpe The International Time Capsule Society ad Atlanta U.S.A. 

Al fine di raccogliere fondi per portare questo progetto ad altri bambini in altre scuole italiane è stato attivato un crowdfunding su www.eppela.com. Per ogni donazione sono previste delle ricompense.

Saper ascoltare e valorizzare il mondo giovanile è un dovere primario di tutta la società.




24/03/2016
L’arte del fare GIANNINO CASTIGLIONI Scultore

Giovedì 31 marzo alle ore 18 alla Biblioteca Ambrosiana (Piazza Pio XI, 2 Sala delle Accademie) verrà presentato il volume  L’arte del fare GIANNINO CASTIGLIONI Scultore (Skira editore). Il bellissimo libro è il risultato delle recenti ricerche rivolte alla rivalutazione dell’attività di Giannino Castiglioni (Milano 1884 – Lierna 1971), uno tra i più importanti pittori, incisori e scultori del Novecento italiano. L’opera, curata da Eugenio Guglielmi, attraverso testimonianze dirette e studi monografici di giovani e accreditati studiosi, nonché inediti materiali d’archivio, mette in evidenza la formazione dell’artista e il suo rapporto con l’ambiente milanese nel clima culturale a cavallo tra il tardo simbolismo ottocentesco e il nascente Liberty. Particolare attenzione viene data alla formazione di Castiglioni presso l’Accademia di Brera e alle opere che lo resero celebre, tra cui ricordiamo quelle presenti al Cimitero Monumentale, i Sacrari dedicati ai Caduti della Prima Guerra Mondiale e la Porta del Duomo di Milano. Un capitolo riguarda, infine, lo studio dei 350 gessi conservati presso il Comune di Lierna, dono degli eredi, nell’ottica della creazione di una Gipsoteca da inserire nei percorsi provinciali e regionali lombardi.

INGRESSO LIBERO 


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24/03/2016
PASQUA E PASQUETTA APERTI TUTTI I GRANDI MUSEI STATALI

In occasione delle prossime festività di Pasqua e del Lunedì dell’Angelo i musei, le aree archeologiche e i luoghi della cultura statali resteranno aperti. Domenica 27 e lunedì 28 marzo i grandi musei statali rimarranno aperti, rispettando il normale piano tariffario. Una apertura straordinaria in tutta Italia dagli Scavi di Pompei alla Pinacoteca Brera, dal Castello di Miramare di Trieste al Museo Nazionale Archeologico di Napoli, da Paestum agli Uffizi, dal Foro Romano e Palatino al Cenacolo Vinciano, dalla Reggia di Caserta al Colosseo, dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma ai Musei Reali di Torino, dal Museo d’Arte Orientale di Venezia a Castel Sant’Angelo, dal Museo Egizio al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Per informazioni:
http://www.beniculturali.it/
mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti
/MibacUnif/
Comunicati/visualizza_
asset.html_1151786380.html

 




27/02/2016
La Misericordia Spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni

Lunedì 29 Febbraio 2016, h 21:00
Chiesa di San Graziano
Arona (NO), Italia

"Beati i Misericordiosi, perché riceveranno Misericordia"

A partire dalla Misericordia come virtù della reciprocità, l'interpretazione di Lucilla Gianoni ci guiderà in un percorso antropologico e spirituale: la beatitudine evangelica della Misericordia si erge a virtù morale e condivisa del vivere civile. La rappresentazione dell'incontro tra fede e dimensione civica nella vita di comunità prende forma sullo sfondo del Duomo e del Palazzo della Ragione, luogo d'intreccio tra l'autorità religiosa e il potere civile, per celebrare un valore condiviso, quello di Misericordia appunto, le cui radici affondano nella storia antica. A cura di: Vicariato dell’Aronese; Parrocchia di Arona; Associazione Partecipazione e Solidarietà.




25/02/2016
L’ENERGIA DEL FEMMINILE NEL BUDDHISMO TIBETANO

SABATO 5 MARZO 2016 - dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16
CELSO - ISTITUTO DI STUDI ORIENTALI
Dipartimento Studi Asiatici
Archivio Arti Contemporanee
BSA Biblioteca di Studi Asiatici
Galleria Mazzini 7 – 16121 Genova - Italy

Il seminario "L'Energia del Femminile nel Buddhismo Tibetano" che si terrà sabato 5 marzo nelle fasce orarie 11-13 e 14-16, verterà sui temi Le forme del divino femminile, Le divinità ‘naturate di spazio’, Archetipo femminile e materno e Donne di illuminazione, e sarà a cura della Prof.ssa Carla Gianotti, tibetologa, docente di lingua e cultura tibetana, autrice di numerose pubblicazioni tra cui: "Donne di illuminazione: Dakini e demonesse”, Madri divine e maestre di Dharma" (Ubaldini),  “La vita di Milarepa” (UTET), prima versione italiana della vita di Milarepa condotta sull’originale tibetano,  “Il Grande Sigillo: la conoscenza originaria di Maha Mudra” (Mimesis), “Cenerentola nel paese delle nevi” (Utet). Il Seminario e' ad iscrizione.

Per informazioni:
tel [+39] 010586556
info@celso.org
www.celso.org




25/02/2016
Symbols

4 – 26 marzo 2016
Genova Palazzo Ducale - Fondazione per la cultura
Sala Dogana
Piazza Matteotti, 9
Genova, Italia

Inaugurazione venerdì 4 marzo, ore 18
Orario: mar-dom ore 15-20 Ingresso libero

16 incisori hanno riletto in chiave contemporanea i simboli dei monumenti funerari presenti in alcuni cimiteri monumentali europei e 10 tra musicisti e danzatori ne hanno tratto coreografie. Dopo le residenze d’artista di Avilés e di Dundee realizzate all’interno del progetto Symbols, una mostra evocativa nata dalle suggestioni dell’arte funeraria.

Per informazioni:
palazzoducale@palazzoducale.
genova.it
www.palazzoducale.genova.it



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CARLO IACOMUCCI - Interpretazioni chimeriche della realtà


Le tele e i tondi di Carlo Iacomucci sono interpretazioni chimeriche di una realtà personale, manifestata da simboli e illustrata dalla figura, primaria fonte d’ispirazione. Suo compito evocare, attraverso i simboli, il vissuto unito agli ambienti della memoria. Il sipario si apre su un paesaggio maceratese, mite e tondeggiante e urbinate, aspro e aristocratico, richiama la vita trascorsa, collega i ricordi con il presente, conduce il segno e la fantasia ad una vita che ancora non c’è. I simboli sono essenze costanti, significati da sovrapporre a situazioni e luoghi per impossessarsene poeticamente.
Iacomucci si definisce “figlio della campagna” questa la quinta prospettica di ogni sua opera cui si ispira per conoscenza diretta e sentimentale, per rivalutarla, riempirla di nuovo significato etico prima che estetico, per porla come il simbolo di forme raffinate e indefinite di uno spazio che vive e grida di dolore.
Altra metafora, gli aquiloni di pascoliana memoria, simboli di libertà e speranza, smaniosi di uscire dal quadro, ma sempre legati da un leggero filo che non deve mai essere tagliato e quelle gocce leggere e docili al vento, manifestazioni fisiche e intense dei movimenti ventosi propri della terra di Urbino che scompigliano gli orizzonti sereni popolati da personaggi o sentinelle della natura, portavoce di un’autodistruzione umana, lento disgregarsi, manichini patetici nella loro inutilità. La funzione di difesa è venuta meno per un progresso tecnologico ecologicamente dannoso. Sono forme assenti che emanano nostalgia mal trattenuta; dialoganti forme vuote rivestite con casacche e copricapi che permettono di inquadrarli, di capirli e di collocarli in una sorta di liquida motilità, di disagio interiore, di spazio denso ed animato. L’uomo ormai accessorio della tecnologia, è vano, tenta l’ultimo inutile atto di coraggio: difendere se stesso e la natura.
Il colore è esigenza dominante, prioritaria sullo stesso stimolo dialettico e concettuale, una tavola colori innata, costante che predilige i rossi, le scale dei rosa–fucsia, dei blu–azzurro e dei viola.

Tutto nasce dal denso e animato disagio interiore che porta l’uomo a una solitudine liquida e ventosa in cui egli è consapevole della sua inutile e vana pateticità. Lo sforzo inefficace di reagire coprendo e proteggendo, dà vita ad una figura misteriosa, imponente, ma allo stesso tempo preda di leggeri moti ventosi che fanno oscillare le rinascimentali vesti finemente drappeggiate.
In questa atmosfera instabile e fluttuante, simile a quella di un sogno psicologico, si inserisce la mia ispirazione: il processo disumanizzante è compiuto, un moderno Amleto incapace di risolvere alcunché.
La mia tavolozza colori rispecchia il mood da cui parte l’ispirazione: si incentra sui toni freddi del blu, dell’azzurro dei bianchi non purissimi e luminosi, ma opachi e spenti, più tendenti al grigio che al bianco.
A questi si contrappongono colori più accesi per creare visivamente un contrasto oscillante e leggero con l’uso del magenta e del rosso cardinale.
Le forme sottolineano lo stato di fragilità in cui si trova l’uomo e cercano di nascondere tanta debolezza rendendo la figura imponente. Saranno semplici ed essenziali, come suggerito visivamente dagli stessi manichini dei quadri, pulite e coprenti nel creare una silhouette a colonna. La figura si staglia importante e al contempo leggera, fluida come colpita da una lieve brezza che porta un certo scompiglio. Tutto è giocato sulla morbidezza del drappeggio e sui panneggi che la stoffa può dare quando viene acconciata. Semplice ed essenziale teatralità che suggerisce materiali fluttuanti e corposi come il cady e il velluto di seta, la garza e il panno di lana. Il tema ambientalista suggerisce l’uso di cotone come il canvas e il rasatello. Materiali trattati per dar vita a screziature, venature, macchie e giochi di zone chiare e scure. La stoffa sarà quello che per l’artista è la tela.
Testo di: Maria Chiara Verdenelli

IL MESSAGGIO DI CARLO IACOMUCCI
A volte basta uno sguardo ed è subito amore! una stretta di mano ed è subito amicizia!
Il mio incontro con i lavori del prof. Carlo Iacomucci è stato puramente casuale. Mi hanno subito incuriosito le goccioline sparse qua e là.......lacrime o benefica rugiada ? E l'aquilone ......libertà o fuga?
una firma : la sua da vero urbinate.
Pascoli scriveva dell'aquilone "…S'inalza e ruba il filo dalla mano…"
Iacomucci mescola i sentimenti, se disegna il sacro ci trovi il profano e viceversa.
Un frutto di melograno è un'offerta votiva.
I manichini sono personaggi......ma i volti spesso sono fermi come manichini.
L'arte deve essere messaggio, il punto dal quale ognuno di noi parte per vedere quello che vuole vedere....e sentire quello che ha bisogno di sentire!
Iacomucci è per me un grande perchè con abile maestria incide l'indefinito, i suoi lavori lasciano spazio all'intuizione.
Faccio solo un esempio. Per onorare il gesuita Matteo Ricci ha disegnato la sua "casa natale", la strada che fiancheggia le case è una striscia di luce e nel cielo l'aquilone con la scritta cinese. Basta, basta così. E’ nato un grande: il grande sinologo. Ma Iacomucci non mette aureole: lo lascia intuire.
Testo di: Dott.ssa Adriana Fodera

IACOMUCCI VOLA ALTO CON GLI AQUILONI
Capita raramente che una mostra d’arte da «luogo» delle effervescenze culturali si trasformi in sfera di trasfigurazioni cultuali, quelle che per il proprium anagogìco delle opere fanno esperire suggestioni del livello più elevato. E’ indubbio, comunque, che vi concorra lo stesso spazio espositivo. Come l’antica e suggestiva Sala Consiliare del Comune di Massa Fermana, che accoglie «Oltre lo spazio e il tempo», un’incantevole mostra di pittura di Carlo Iacomucci, il noto incisore e pittore urbinate, maceratese d’adozione, tra i più celebrati della famosa “Scuola del Libro” della città feltresca, artista di spicco in sede nazionale e internazionale (vanta peraltro l’invito alla 54^ Biennale veneziana per Regioni). La sua mostra (2 agosto -15 settembre 2012) - promossa dal Centro Studi «Carlo Crivelli»in collaborazione con il Comune di Massa Fermana e curata con rara acutezza dal noto storico dell’arte Stefano Papetti - «sed magis cor» (ma il cuore di più), verrebbe da dire, per il florilegio delle opere pittoriche esposte, una trentina tra olii su tela o tavola e acquacrilici: un trionfo di segni e sapienti, vivaci cromìe, pagine di trasognata fantasia in spazi affollati di cose, a volte indistinte ma “piene di molte altre cose segrete” - dice l’autore. E poi forme diafanizzate in spazi tecàli, e dialoganti fantasmatiche figure vuote rivestite di casacche e copricapi (sofferta ricerca del sé?). Il tutto, tra fiabe, miti, reminiscenze che aggallano da una sorta di liquida motilità. E’ l’affiorare dei suoi disagi interiori; in primis, la (confessata) solitudine dell’anima, condizione ineliminabile della sua vita, teatralizzata, esorcizzata. La densità spaziale delle opere si pone, oltre sipari /finestre – teatro nel teatro – come patetico topos narrativo. Carlo è qui che “patisce”, come ogni vero artista, tra falsità (lo stesso inganno dell’immagine?) e aneliti aletici, veritativi - piuttosto che - lo diciamo sommessamente - “Oltre lo spazio e il tempo”, dove le immagini sfumano nella plena veritas. Quell’insistito flottare di lacrime che attraversa ogni sua opera, è luogo poetico di redimibilità ove la tensiva adesione al reale si fa inestinguibile de-siderio struggente dell’Oltre. Quelle «lacrime», intanto, cadono, trasversali, tra palpitanti, caudati aquiloni - quasi spermî erranti - a nutrire la pelle arsa del mondo. Paolo Biagetti

"LA PORTA DELLA SPERANZA"
Un'incisione di notevole interesse dedicata alla Madonna di Loreto e al Suo Santuario.
L’artista urbinate sente un particolare fascino per il Santuario di Loreto, a cui ha dedicato un’incisione in occasione del Giubileo del 2000 e una felice invenzione rievocante la mistica bilocazione di Padre Pio in Santa Casa.
Nel 2011 ha portato a termine una complessa incisione ispirata alla Madonna di Loreto e al suo Santuario. Si tratta di un’acquaforte su zinco (mm 285x440). L’artista ha voluto intitolarla: La Porta della speranza, con riferimento a un grande portale, che apre la rappresentazione retrostante. Le due ante sono finemente decorate: in quella sinistra si ammirano un giglio, allusivo all’angelo dell’Annunciazione, e un pastore, che richiama quello del Natale, due soggetti scolpiti dal Sansovino nel Rivestimento marmoreo dei Loreto, e vi si scorgono un Profeta somigliante alla statua di Malachia del medesimo monumento, nonché una veste di pontefice, con allusione al culto liturgico nel Santuario; l’anta destra ripropone il giglio, presenta l’angelo dell’Annunciazione e ripete la figura di un Profeta (Zaccaria) e la veste liturgica. L’allusione alla Santa Casa, mistico luogo dell’Annunciazione, e al suo Rivestimento di marmo, capolavoro dell’urbinate Bramante, è evidente.
Al di là della porta si dispiega un’articolata visione lauretana, che è come una sintesi della storia e della devozione del celeberrimo Santuario mariano. In primo piano è rappresentata la Traslazione della Santa Casa per ministero degli angeli che la portano sulle onde del mare. Questa delicata e pregnante figurazione è ispirata a una scultura quattrocentesca di Loreto ed è posta a fondamento dell’intera rappresentazione, che si eleva al di sopra con le forme dell’imponente santuario, generato dall’umile Casa nazarena trasportata a Loreto.
L’occhio va al complesso architettonico che solenne avanza con il bramantesco Palazzo Apostolico, con lo svettante Campanile vanvitelliano e con la facciata tardo-rinascimentale della basilica. Sullo sfondo invece si profilano, come un’ombra, le absidi del Santuario con la mole della cupola e con il Campanile che, ripetuto, fa come da “trait - d’union” fra le due sezioni: una in primo piano nitida e marcata, l’altra in secondo piano quasi in dissolvenza, con le mura di cinta e con Porta Marina, a richiamo storico delle famose fortificazioni del Santuario.
Nel mezzo si staglia la figura della Madonna Lauretana con il Bambino, la quale viene avanti da una luminosa nicchia quasi a proteggere il mondo intero. E’ avvolta dalla tradizionale dalmatica che, come velo trasparente, lascia intravedere il braccio destro della Madre e la “silhouette” del copro del Figlio. Un nuvola, dietro il capo della Vergine incoronata, attraversa la scena: è simbolo di prosperità. Movimenti ventosi, come gocce d’acqua ascendenti dal basso verso l’alto, stanno a significare un collegamento ideale tra la terra e il cielo, tra l’uomo e Dio. Essi costituiscono la connotazione peculiare dell’artista e ricorrono abitualmente nelle sue opere, come fossero una firma autografa. In alto si librano gli aquiloni, di pascoliana memoria, cari al pittore urbinate. Sono simbolo di libertà e di speranza e alludono alla Vergine Lauretana, Patrona universale del volo.
L’artista, come si vede, ha mirabilmente sintetizzato con felici allusioni storiche e con alate simbologie la storia del Santuario della Santa Casa nella sua origine e nel suo sviluppo, individuandone gli elementi costitutivi. La sua fertile inventiva è sostanziata da una solida cultura e da un genuino sentire religioso ed è sostenuta da una tecnica fattasi scaltrita per diuturno esercizio, la quale, attraverso un sapiente e paziente lavoro di bulino, attinge esiti di rara finezza rappresentativa. Ogni particolare è stato eseguito con cura straordinaria. La ricchezza delle immagini non crea accavallamenti e sovrapposizioni ibride, perché la figurazione armoniosamente si offre all’occhio dell’osservatore nella sua impeccabile sintassi e nelle sue dense simbologie, che per altro sono di agevole decodificazione.
Insieme a quella di Valeriano Trubbiani, intitolata Transito sul Mare Adriatico (1999), questa è la più complessa e significativa incisione sul Santuario di Loreto degli ultimi decenni. Testo di: Giuseppe Santarelli (Storico dell’arte Santa Casa Loreto)

A completare la cartella-edizione d'arte di pregio dal titolo: "LA PORTA DELLA SPERANZA" il testo critico dal titolo "Bruna sono, ma Bella"(da il cantico dei cantici) dello storico prof. Evio Hermas Ercoli. L'incisione è stata stampata a mano dalla stamperia d'arte Fabricartium dando prova di grande sapienza tecnica nella stampa calcografica.

"Bruna sono, ma bella” di Evio Hermas Ercoli
(da Il Cantico dei Cantici)
Carlo Iacomucci, incisore e pittore, ha un segno inconfondibile e coerente; quello dell'artista autentico nell'incisione calcografica.
Un'arte che lascia il segno su di una lastra di rame o di zinco di un percorso raffinato, incessante, carico di valori est – etici. Incisioni che trasmettono messaggi d'affetto e di poesia.
La maestria è nel messaggio; una selezione di temi puntuali, condivisi; dove incontri quella composizione e quel simbolo che hai bisogno di avvertire dentro di te!
“Se disegna il sacro ci trovi il profano e viceversa”. E' vero!
Le sue edicole son dei tabernacoli arcani ed enigmatici. Lo è anche questa icona sacra, profondamente sacra! L'immagine 'clamorosa' della Madonna di Loreto. Si tratta della suggestione mariana più potente che conosciamo; quella che abita una reliquia straordinaria, un intero edificio in pietra, che la tradizione cattolica indica come la stanza della casa dove la Vergine Maria ricevette l’Annunciazione dall’arcangelo Gabriele, dove con il suo ‘fiat’ aderì al progetto di Dio.
Quelle pietre hanno lasciato Nazareth, quando i mussulmani in Terrasanta conquistarono gli ultimi baluardi cristiani. La tradizione vuole che siano state trasferite dagli angeli sul Monte Prodo di Loreto.
Il fatto ha sconvolto tutta la geografia dei santuari e la grande devozione ha invertito il senso di marcia dei pellegrini: non più dalle Marche verso Roma, ma da Roma verso le Marche.
Delle città nate sui grandi percorsi storici si dice comunemente che sono ‘figlie della strada’. Loreto vice-versa è una città che, con la sua nascita, tarda e for­tuita, ha tratto a sé il più importante itinerario della cultura europea.
Il richiamo di una immagine antica, l'immagine della Vergine Lauretana, ha modificato la storia.
Iacomucci ripropone la statua venerata nella Santa Casa. Una Madonna Nera, il volto scuro, il fumo delle lampade ad olio e delle candele.
La ripropone come nel Cantico dei Cantici dove si dice: “Bruna sono, ma bella” e più avanti, rivolgendosi alle amiche: “Non state a guardare che sono bruna perché mi ha abbronzata il sole” (1, 5-6). Ed il Sole è figura di Dio.
Sappiamo che nel 1921 divampò un furioso incendio all'interno del Sacello che incenerì la scultura. Da allora cerchiamo incessantemente il modello antico.
Con questa incisione la ricerca continua e Iacomucci con il suo segno ci aiuta a tollerare quella scomparsa e a vedere l'invedibile che è dentro di noi.
 

I libri d’arte di Carlo Iacomucci scandiscono il suo percorso artistico articolato in molteplici forme e tecniche espressive, ma sempre saldamente ancorato alla radice intima e profonda dell’incisione nata artisticamente all’Istituto Statale d’Arte (Scuola del Libro) di Urbino; una grande tradizione che l’artista coltiva da circa 40 anni.

IL DISEGNO DEL DIVENIRE
"L’instancabile sperimentazione di Carlo Iacomucci si caratterizza come “grafica in progress”, opera aperta da esplorare in tutte le direzioni. Il desiderio di indagare differenti potenzialità espressive, capaci di rafforzare le originarie premesse e di arricchirle con sfumature sempre diverse, lo ha spinto ad abbandonare temporaneamente la pratica del segno puro, permettendo di affiancare l’istintività del colore alla lunga e complessa attività incisoria o al disegno denso a china.Resta forte, però, la presenza dell’inchiostro come espressione del primato del disegno; un inchiostro che insinua una certa ambiguità nell'intreccio con l’acquarello in cui emerge il valore evocativo della figura, l'antico Principe di cui il completamento percettivo traccia l'immagine assente. La sconcertante e misteriosa semplicità del paesaggio martellato dalle insistenti gocce materializza la sensazione di essere dentro la natura, che si rivela ancora ricca d'interrogativi, luogo dei contrari o degli ossimori, delle compresenze e delle partizioni, del divenire vorticoso e ventoso, del sentire e vivere il turbamento della totalità. Iacomucci si affida alle emersioni di un simbolismo raffinato con la proiezione di un simulacro, ancora una volta il copricapo del Principe, in cui si addensano quelle irrisolte problematiche esistenziali che sono il materiale privilegiato su cui galleggia l’attenzione di ogni artista, di ogni poeta o narratore che non ha dimenticato che è il fondo mitico a costituire l’essenza del conflitto che affligge la coscienza della contemporaneità". Testo critico di Luciana Cataldo

ALLA CORTE DEL SIGNORE DEL CIELO
Un libro di Luciana Salvucci in omaggio a padre Matteo Ricci. Il volume è stato illustrato dall’artista urbinate Carlo Iacomucci

Luciana Salvucci ha scritto un libro (Alla corte del signore del cielo) illustrato da Carlo Iacomucci. L’artista urbinate ha realizzato la copertina e il retro.( Iacomucci è tra gli artisti più rappresentativi delle Marche) . Il testo propone un’interpretazione innovativa e interdisciplinare dell’esperienza umana,culturale e religiosa di padre Matteo Ricci. Si alternano diversi linguaggi e prospettive di indagine: teologici,storico-documentaristici (saggi di Gianni Criveller e di Frediano Salvucci), filosofici (saggio di Francesco Solitario), artistico-letterari.
Il linguaggio poetico dell’autrice, adattato in modo flessibile sia alla composizione dell’oratorio che al testo di teatro, costituisce la principale chiave di lettura per descrivere il confronto e l’incontro tra cultura e religione occidentali e tradizioni e cultura orientale, promossi dal gesuita attraverso amicizia e conoscenza.
L’esperienza di Matteo Ricci, il suo dialogo interreligioso e interculturale ispirato al rispetto e alla comprensione dell’altro, il suo insegnamento a rendere osmotica la comunicazione tra i popoli devono, nella società globale in cui oggi chiamati a vivere, divenire punto di riferimento per tutti, in special modo per i giovani. Il connubio artistico al quale l’opera si apre, il linguaggio poetico usato, la collaborazione messe in atto, contribuendo alla conoscenza dell’opera ricciana, cercano di favorire la realizzazione di una convivenza umana più virtuosa e solidale. La prefazione del libro è del vescovo di Macerata, mons. Claudio Giuliodori.
Editore: Città Nuova Editrice-Roma - 2012, pag. 143.

Il segno di Iacomucci per Padre Matteo Ricci
Sfruttando le doti mnemotecniche apprese durante l’alunnato romano presso i Gesuiti, padre Matteo Ricci stupì i sapienti cinesi dimostrando loro di conoscere quattrocento ideogrammi, gli stessi che Carlo Iacomucci fa volteggiare nei cieli delle sedici tavole che ha realizzato per accompagnare le poesie di Gian Mario Maulo.
Le immagini concepite dal pittore maceratese, più che un convenzionale omaggio a Matteo Ricci nel periodo in cui ricorrono i quattrocento anni dalla sua morte, costituiscono il diario di un viaggio che da Macerata ci conduce sino in Cina, nella Città Proibita, dove il gesuita marchigiano ebbe solenne sepoltura.
I cieli della fantasia dipinti da Carlo Iacomucci sono solcati da ideogrammi e da goccie di pioggia che sovrastano i luoghi dell’antica città che Matteo Ricci frequentò da ragazzo ma, nel segno di una continuità grafica e geografica che attraversa mari e continenti lontani, ritroviamo i medesimi simboli anche nei cieli d’Oriente, a sottolineare il ruolo di mediatore culturale svolto dal sacerdote maceratese.
Il segno di Iacomucci, nella sua nitida e rigorosa chiarezza, soddisfa bene la volontà didascalica che presiede questa iniziativa culturale: l’eleganza dei maestri orientali, che tanta ammirazione suscitò nei pittori europei del XIX secolo, si rispecchia negli acquarelli dell’artista, richiamandone certi raffinati preziosismi grafico-pittorici.
Questo stile che fonde la rarefatta semplicità dell’arte orientale con le capacità descrittive di quella occidentale, si attaglia bene ad esaltare i temi di carattere interculturale rappresentati da Iacomucci e può ben accompagnare i contenuti del trattato “Sull’amicizia”, il volume di Matteo Ricci che tanti consensi gli valse presso l’intellighenzia cinese.
Con le parole del gesuita marchigiano si potrebbe dunque dire “Se nel mondo non vi fosse l’amicizia, non vi sarebbe gioia”, la gioia di esistere che traspare anche nelle creazioni di Iacomucci. Prof. Stefano Papetti (storico dell’Arte)

LA POESIA DELL'INCISIONE
Padre Stefano Troiani e l'incisore Carlo Iacomucci hanno realizzato una sintesi tra arte e poesia nel segno di S. Francesco di Assisi.
Dopo la prima raccolta di poesie, padre Stefano Troiani ci ha regalato una autentica preziosa opera, un poemetto intitolato Il Cielo d'Assisi con cui ha dialogato nel verso con la capace sintesi incisoria dell'arte di Carlo Iacomucci, che ha realizzato una autentica poesia dedicata alla immagine di S. Francesco e della sua città, Assisi, e che ha trasfigurato in una cosmologia di simboli così da venir ad essere, la sua incisione, come una sorta di spartito musicale con cui suonare la musica della santità.
Una santità a cui padre Stefano ha dedicato la vita, quando da Sassoferrato dove è nato nel 1926 e dove ritornò nel suo periplo tra Roma e Assisi, testimoniando nella cultura il carisma del Santo delle Stimmate. Se a Urbino si laureò in scienze Pedagogiche, a Urbino nel 1949 nacque Iacomucci, portando, ora a Macerata, la scienza e l'arte dell'incisione nella memoria del cristallino pensiero pierfrancescano.
Queste due opere, in poesia ed in incisione, sembrano uniformarsi ribadendo la "umilitate" con cui il Santo di Assisi cantò il creato, lodando il creato e l’armonia della pace, che soltanto perchè spirituale regalità dello Spirito potrà concepire la sociale e storica affermazione della verità della Pace.
Ecco perchè tale poemetto e tale incisione, meritano di essere viste come unitarie disponibilità al temperamento e alla emozione del carisma francescano ribadito, riproposto.
Così che incisione e poesia possono davvero presentarsi per quel che sono : verità di una emozione che giustifica l'arte di Iacomucci e la poesia di padre Stefano Troiani.
Nella memoria di Bartolini e di Piacesi, nelle stagioni della Urbino eroica e della Macerata forte, Carlo Iacomucci ha costruito un itinerario critico che è stato compreso e spiegato dai critici Armando Ginesi e Floriano De Santi con la importante mostra che si tenne nel Palazzo Leoni a Cupramontana nel 2003. Questa incisione dedicata alle Laudi di S. Francesco è costruita come una quinta teatrale dove le simbologie e le iconografie francescane convergono a decantare una unità ispirata e ispirata come una intuizione unitaria e poetica.
Così similmente, padre Stefano ritma in strofe pulite e armoniose, il ritmo di una cantilena come di un Salmo recitato, e salmodiando nella terra di Francesco, viene a ripetere l'epopea della bellezza di una Pace che è dialogo autentico tra uomo e creato, tra uomo e uomo, tra culture e linguaggi anche diversificati e portatori di una medesima comunque, sincerità, l'aspirazione alla Pace.
La cartella ha un testo critico di Mariano Apa che illustra il valore artistico dell'incisione di Iacomucci e ne spiega le qualità artistiche in sintonia con le modalità espressive della poesia di padre Stefano Troiani. La cartella è stata benissimo stampata dalla Stamperia d'Arte Musium di Francesca Sabbatini, la quale nel suo laboratorio nel castello di San Pietro di Musio, ha ancora dato prova di grande sapienza tecnica e di partecipata poetica cultura della morsura e stampa antica d'acquaforte.

Carlo Iacomucci Cavaliere dell’Ordine “al Merito della Repubblica Italiana”.
Cavaliere dell’Ordine “al Merito della Repubblica Italiana” l’alta onorificenza è stata conferita all’artista Carlo Iacomucci con una solenne e significativa cerimonia presso la Prefettura di Macerata alla presenza delle maggiori autorità il 19 maggio 2011.
Il prestigioso riconoscimento, il più alto degli Ordini della Repubblica che premia benemerenze acquisite verso la nazione nel campo della letteratura, delle arti, dell’economia e altro ancora, è stato conferito al pittore e incisore maceratese, vive e lavora a Macerata dal 1985, con Decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 27 dicembre 2.
Nell’iter per il riconoscimento sono stati coinvolti il Ministero della Pubblica Istruzione ufficio onorificenze e la direzione generale dell’ufficio scolastico regionale per le Marche impegnati nel considerare e valutare l’opera di professore dell’insegnamento di Discipline Pittoriche ed Educazione Visiva e un nutrito curriculum artistico come pittore e in particolar modo come incisore. L’acquaforte e la punta secca sono state infatti per Iacomucci, inserito nel novero degli incisori italiani, una passione costante e mai interrotta pur nella molteplicità delle tecniche sperimentate e praticate.
Un orizzonte il suo che dal nucleo di formazione e origine urbinate sempre visitato e ripreso nel suo spaziare, ha toccato temi ed esperienze nazionali ed internazionali, europee ed extraeuropee,
Londra, Parigi, Portogallo, Argentina, Canada dove ha tenuto la personale “Le Carte dell’Arte – The Papers of Art” a cura di George Raso e Pacific Valeriote, Gallery Giorgio’s – Guelph Ontario.
In occasione della nona edizione della rassegna di grafica “Omaggio a Luigi Bartolini” riceve dal Comune di Cupramontana (AN) il riconoscimento come “incisore marchigiano distintosi per particolari qualità” e una sua mostra personale di incisioni viene allestita per l’occasione al Palazzo Leoni a cura di Armando Ginesi con testo critico di Floriano De Santis.
Per i suoi ex libris viene segnalato tra i venti artisti internazionali dallo storico degli ex libris Giacarlo Torre e alcune sue opere sono inserite nel libro d’arte “Contemporary International Ex – Libris Artists” in Portogallo.
Sedici sue opere originali illustrano il libro “Dialogo” Sulle orme di Li Madou, impreziosito dalla prefazione di Carlo Di Ciccio e dello storico dell’arte Stefano Papetti, in omaggio al IV centenario della morte di Padre Matteo Ricci. Ancora le sue illustrazioni originali di vedute di Macerata del 1500 sono inserite nel testo “Matteo Ricci” Europa am Hofe der Ming ed esposte per una mostra, al Museum Fur Ostasiatische Kunst Staatliche di Berlino. Maria Luigia Cerolini

BIOGRAFIA
Carlo Iacomucci è nato a Urbino nel 1949, vive e opera a Macerata - Italia < website: www.carloiacomucci.it < e-mail: carloiacomucci@libero.it < Tel. 320.0361833 - Nella sua città natale riceve la prima formazione artistica presso l’Istituto Statale d’Arte meglio conosciuto come “Scuola del Libro”. Negli anni 1969 e 70 vive a Roma dove, frequenta stamperie d’arte, studi e ambienti artistici; matura quindi la passione per l’incisione e, in modo particolare, per l’acquaforte. L’interesse per l’incisione è tale da indurlo ad iscriversi al Corso Internazionale della Tecnica dell’Incisione Calcografica tenuto a Urbino dal Prof. Walter Piacesi. La necessità di approfondire lo stimola a frequentare poi la sezione di pittura dell’Accademia di Belle Arti ad Urbino. Nel 1973 dopo due anni di frequenza, lascia l’Accademia di Urbino perché è chiamato ad insegnare Anatomia Disegnata presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Dal 1974 al 1985 opera a Varese dove insegna Figura Disegnata presso il locale Liceo Artistico Statale. Fa parte dell’Associazione Liberi Artisti della Provincia di Varese e scambia utili esperienze con altri artisti che gli permettono di approfondire il suo impegno artistico, e contemporaneamente partecipa a numerose mostre ottenendo riconoscimenti che lo spingono ad intensificare la sua ricerca sia nel campo pittorico che in quello dell’incisione. Il legame mai spezzato con la terra d’origine lo spinge a rientrare nelle Marche. Dal 1985 al 2008 è titolare della cattedra per l’insegnamento di Discipline Pittoriche (Disegno dal Vero ed Educazione Visiva) presso l’Istituto Statale d’Arte di Macerata.
•Ha ricevuto il premio Marc’Aurelio per la sezione delle Arti Visive a Roma.
• Personale 1977- “Immagini in movimento” a cura di Maria Cesira Menichelli Perellò, testo critico di Sara Sastre, Sociedad Italiana Cultural “Cristòbal Colòn” - Quilmes Buenos Aires.
• Ha realizzato un affresco “Le quattro stagioni in via col vento”, a cura del Comitato Opere Artistiche Murali, Paese degli Affreschi di Runo di Dumenza (Lago Maggiore).
•Nel 1983 durante la sua permanenza a Varese la Rai Tre di Milano realizza un servizio-intervista in particolar modo sulla tecnica dell’acquaforte e puntasecca.
•È stato nominato “Socio Onorario” del Centro Intellettuale della Provincia di Buenos Aires sede di Quilmes.
• Ha realizzato un pannello decorativo-scenografico di m 4x4 dal titolo: ”L’Ostia” per il Nuovo Salone dell’Oratorio della Parrocchia di Giubiano – Varese.
•Ha progettato due vetrate artistiche per l'Istituto Liceo Linguistico“Bambin Gesù” di San Severino Marche.
•Ha ricevuto il Premio del Centenario “Giuseppe Garibaldi” per le arti visive, Sala Promoteca in Campidoglio a Roma.
•Ha ideato e curato con alcuni suoi allievi un libro d’arte di immagini e poesie a tiratura limitata dal titolo “La Terza “E” per l’Istituto Statale d’Arte di Macerata.
•Nel 1986 viene nominato membro ordinario dell’Accademia Georgica di Treia (MC) (Membro del Magistrato Accademico come censore per le arti dall’86 al 1997 ).
•Ha realizzato una cartella-edizione d’arte limitata per l’Unicef di Macerata “Presenze Costanti” contenente un’acquaforte originale dal titolo “L’Opera e L’Aquilone” con un testo critico di Lucio Del Gobbo.
•Ha ricevuto il Premio Internazionale San Valentino d’Oro per la sezione delle Arti Visive come “Messaggio d’Amore” a Terni.
•Il TG3-Rai Marche gli ha dedicato un servizio-intervista “La Pittura, l’Incisione e la didattica di Carlo Iacomucci”.
•È stato inserito nel “Repertorio degli Incisori Italiani” Centro Culturale “Le Cappuccine” - Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne di artisti incisori censiti sul territorio nazionale a Bagnacavallo.
•Alcune sue incisioni entrano a far parte della prestigiosa Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” del Castello Sforzesco di Milano.
•Ha realizzato una cartella-edizione d’arte pregiata a tiratura limitata contenente un’acquaforte originale dal titolo “Georgica Treiensis” con testo critico dello storico dell’arte Prof. Vittorio Sgarbi “Iacomucci e Treia, il Sogno e il Segno”.
•È stato inserito con un profilo biografico nell’Edizione Internazionale Whos’ Who in Italy Edition Sutter’s International, sede di Bresso Milano.
• Personale 1993-“Come un Alto Volo di Aquiloni” presentazione critica di Stefano Troiani, a cura dell’ Assessorato alla Cultura, Museo F. Piersanti - Matelica.
• È stato invitato alla XIV Edizione 99 “Premio Internazionale Biella per l’Incisione” Chiostro di S. Sebastiano - Biella.
• “Es-Pressioni” Incisione tra Arte e Tecnica a cura di Silvia Cuppini e Amm.ne Comunale-Assessorato alla Cultura, Collegio Raffaello - Urbino.
•È stato pubblicato un Libro d’Arte a tiratura limitata sulle incisioni eseguite dal 1971 al 2000 dal titolo: “Un Nuovo e Sempre Antico Paesaggio dell’Anima” a cura di Floriano De Santi, con testi antologici di Vittorio Sgarbi e Pietro Zampetti, edito dalla Fondazione “Il Pellicano Edizioni” Trasanni di Urbino.
• E’ stato invitato al “2° World Festival of Arte on Paper 2001” testo critico di Denis Baxter -Bled Ljubljana Slovenia.
•In occasione della IX Edizione 2003 della Rassegna di Grafica “Omaggio a Luigi Bartolini” riceve dal Comune di Cupramontana il riconoscimento come: “Incisore marchigiano distintosi per particolare qualità” e per l’occasione viene allestita una mostra personale d’incisioni presso il Palazzo Leoni a cura di Armando Ginesi e con un testo critico di Floriano De Santi.
• Personale 2003- “Le Carte dell’Arte-The Papers of Art” a cura di George Raso e Pacific Valeriote, Gallery Giorgio’s - Guelph Ontario Canada.
• E’ stato invitato alla “Prima Mostra Internacional de Arte Postal Ciudad de Ceuta, Intercultu­ralidad Convivencia y Mestizaje para el 3° Milenio” a cura della Fundacion Award Convivencia - Museo de Ceuta Spagna.
•Dall’Accademia Dei Catenati di Macerata è stato nominato membro ordinario per meriti artistici.
•E’ stato Invitato alla“1ª Biennale Internazionale d’Arte (Grameen Microcredito Turchia 2005) a cura della Fondazione Turca Contro lo Spreco, Museo di Pittura e Scultura dello Stato del Ministero della Cultura - Ankara Turchia.
•E' presente con alcune illustrazioni al Centro di Docu­men­tazione dell’Illu­strazione Contemporanea Comune di Bronzolo (BZ)
• È stato uno dei fondatori della Galleria D’Arte Contemporanea (scuola di formazione) della Fondazione “Il Pellicano” dei Trasanni di Urbino.
• In Brasile e in Finlandia hanno realizzato alcuni francobolli personalizzati ripresi da alcune sue opere.
• Ha realizzato un’edizione d’arte a tiratura limitata contenente un’acquaforte originale dal titolo “La Scena Ideale” con un testo critico del poeta Francesco Scarabicchi per l’Associazione Culturale La Fenice “Premio Senigallia di Poesia Spiaggia di Velluto 2006” e per l’occasione riceve dall’Amministra­zione Comunale la medaglia d’oro come autore dell’edizione d’arte che accom­­pagna le cento copie in edizione speciale del volume “Ethanol” vincitore della ventiseiesima edizione.
•Realizza delle opere illustrative di vedute di Macerata ai tempi di P. Matteo Ricci del 1500 per la mostra “Europa am Hofe der Ming” del Gesuita Maceratese , allestita presso il Museum Für Ostasiatische Kunst Staatliche Museen di Berlino nel 2005.
•È presente nel volume “Le Marche e il XX Secolo-Atlante degli Artisti” a cura di Armando Ginesi, Edito da Federico Motta Editore di Milano.
• Personale 2008 - “Il Segno Inciso di Carlo Iacomucci” (acqueforti e puntesecche) a cura dell’Amministrazione Comunale Assessorato alla Cultura “Incisori Marchigiani a Castelbellino”, testo critico di Riccardo Cecca­relli, Museo Civico Villa Coppetti - Castelbellino.
• Personale 2009 -“Il Ricordo nel Segno” 60 disegni dal 2005 al 2009, a cura di Lucio Del Gobbo e promossa dal Comune-Assessorato alla Cultura,Galleria Antichi Forni – Macerata.
•E’ stato inserito nel volume “Contemporary International Ex Libris Artists- Portugal 2009” a cura di Artur Mario da Mota Mirando –Faro Portogallo.
• Ha realizzato sedici immagini più la copertina per il libro artistico “Dialogo-Sulle orme di Li Madou”in occasione del IV centenario della morte di Padre Matteo Ricci, liriche del Prof. Gian Mario Maulo, prefazione di Carlo Di Cicco e Stafano Papetti - Edizioni Ephemeria 2010.
• E’ presente a “Limite Scambio Segno-Mail Art Call 2010” a cura di Rizoo Group e Pro Loco, Museo Nazionale Concordiese e Centro Storico –Portogruaro.
Relativamente alla sua più recente attività vanno segnalate tre opere in onore della bandiera italiana, per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia; l’ex libris in acquaforte originale in onore di Carlo Bo, realizzato per la mostra “Gli ex libris illustrano e narrano” a cura di Giancarlo Torre; la partecipazione alla V^ Biennale d’Incisione 2011 a cura del Comune Assessorato alla Cultura, di Cavaion Veronese (VR); l’invito alla 54^ Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia-Padiglione Italia per regioni, a cura di Vittorio Sgarbi, per le Marche sede espositiva ad Urbino Orto dell'Abbondanza; l’onorificenza al Merito Artistico e Culturale della Repubblica conferitagli con decreto del Presidente della Repubblica Italiana nel 2011; la “cartella edizione d’arte” a tiratura limitata "Il Cielo d'Assisi" contenente una sua acquaforte originale dal titolo "Laudato Sii…..”, poesie di Padre Stefano Troiani e un testo critico di Mariano Apa, pubblicata nel 2012 dall’Istituto Internazionale di Studi Piceni di Sassoferrato; sempre nel 2012 mostra personale “Oltre lo spazio e il tempo” organizzata dal Centro Studi “Carlo Crivelli” in collaborazione con il Comune di Massa Fermana a cura del noto storico dell’arte Prof. Stefano Papetti.

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Sue opere sono presso:
•Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” del Castello Sforzesco di Milano • Musèe d’Art et d’Historie di Ginevra • Collezione d’Arte Pina­coteca dell’Ambasciata dell’Honduras a Buenos Aires • Civica Galleria d’Arte Contemporanea di Ascoli Piceno • Collezione Permanente d’Arte Grafica Contemporanea del Consolato Generale d’Italia a Bengasi in Libia • Repertorio degli Incisori Italiani Gabinetto Civico delle Stampe Antiche e Moderne di Bagnacavallo • Collezione d’Arte Contemporanea “S. Valen­tino” di Terni • Palazzo Comunale di Matelica • Gabinetto delle Stampe del Museo Civico “Ala Ponzone” di Cremona • Palazzo Comunale e collezione Casa di Riposo Molina di Varese • Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate • Collezione P. Macchi per Museo Sacro Monte di Varese • Museo per l’Arte e l’Archeologia di San Buono Chieti • Raccolta d’Arte del­l’As­sociazione Polacca Artisti Plastici di Cracovia • Gabinetto delle stampe del premio “Biella” per l’incisione • Museo Laboratorio di Pieve di Soligo • Centro de Iniciativas Culturales y Grafològicas Taller del Sol di Tarragona in Spagna • Raccolta delle Stampe “A. Sartori” di Mantova • Civica Raccolta delle Stampe del Comune di Campobasso • Galleria Civica D’Arte Mo­derna di Campione d’Italia • Galleria d’Arte Contemporanea della Fonda­zione Il Pellicano dei Trasanni di Urbino • Museo of Arts della Valleta di Malta • Collezione d’Arte Fundacion Award Convivencia di Ceuta in Spa­gna • Museo di Quartiere d’Arte Contemporanea del IX Municipio di Roma • Collezione d’Arte Instituto Aquis Celenis di Caldae De Reis Pon­tevedra Galizia in Spagna • Museo dell’Universisidade Federal do Rio Grande do Sul do Porto Alegre in Brasile • Fondo Incisioni dell’Asso­cia­zione Incisori Siciliani di Palermo • Collezione Uroburo presso l’Archivio di Stato di Parma • Raccolta d’Arte di Mailartistica dell’Asso­ciazione Cul­tu­rale Siviera di Verbania • Museo Internazionale dell’Etichetta e Civica Raccolta d’Arte di Cupra Montana • Pinacoteca Civica d’Arte Contem­po­ranea di Ripe San Ginesio • Pinacoteca Civica di Ripatransone • Pinacoteca d’Arte Con­tem­po­ranea di Storia e Modernità di Filottrano • Collezione Congre­gazione Uni­versale della Santa Casa di Loreto • Biblioteca Storica e Pina­coteca Interna­zionale Francescana d’Arte Contemporanea delle Marche di Fal­conara Marit­tima • Civica Biblioteca Comunale “F. Scaduto” di Bagheria • Istituto Inter­na­­zionale di Studi Piceni, archivio di Ex Libris di Sas­so­ferrato • Museo della Fiaba di Pieve Torina • Archivio Mailart­meeting e di Ricerca Sto­rica di Castel S. Pietro Terme • Galleria d’Arte Permanente a Scuola del­l’Isti­tuto Compren­sivo Rossini di San Marcello • Museo Abruzzese di arti Gra­fiche “Maag”di Castel di Ieri e Museo Internazionale di Mail Art dell’Aquila • Pinacoteca d’Arte Contemporanea di Prata D’An­sidonia • Col­lezione d’Arte Perma­nente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche di An­cona • Museo Dio­­cesano Arte Sacra Contemporanea di Jesi • Civica Raccolta d’Arte Palazzo Campana di Osimo • Museo Civico d’Arte Con­tem­poranea di Spilimbergo • Civica Rac­colta d’Arte Contem­po­ranea del Comune di Treia • Pinacoteca Comunale di Macerata • Museo d’Arte Con­temporanea-Arte On di Castel di Lama • Pinacoteca Sezione d’Arte Con­temporanea“Graziosi - Peschi” di Monte­co­saro • Museo Inter­nazionale della Grafica“Michetti” di Francavilla al Mare • Museo Civico Villa Cop­petti di Castelbellino • Archi­vio Gruppo Arte Casale per la Grafica ed Ex Libris di Casale Monferrato • Centro di Docu­men­tazione dell’Illu­strazione Contemporanea Comune di Bronzolo • Colle­zione Aprile Di Cimia di S. Mauro Torinese • Pinacoteca d’Arte Contem­poranea in Campansi di Siena • Collezione Barindelli di Ce­sano Maderno • Civica Raccolta d’Arte Incisori Marchigiani di Sassoferrato • Biblioteca Berio sezione di conservazione Ex Libris di Genova • Modesto Art Museum di Modesto California • Collezione Permanente di Ex Libris Arti Grafiche Colombo di Gessate • Collezione Ex Libris Associazione Solstizio d’Estate Onlus di Bosia •
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Alcuni suoi libri d’arte sono presso:
• Sàchsische Landesbibliothek Staats-und Universitàtsbibliothek Dresden National Art Library di Londra.
• Max–Plance–Gesellschaft e.V. Max-Planck-Inst. f. Kunstgeschichte, Bibliotheca Hertziana di Roma.
• Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri di Roma.
• Bibliothèque d’Art et d’Archèologie di Ginevra.
• Max-Planck-Gesellschaft e. V. Kunsthistorisches Inst. di Florenz.
• Fondazione Culturale “Il Pellicano” Trasanni di Urbino.
• Centro Documentazione dell’Illustrazione Contemporanea di Bronzolo.
• Raccolta delle Stampe “A. Sartori” di Mantova.
• Libreria Antiquaria Prandi di Reggio Emilia.
• The Getty Center for the History of Art and the Humanities di Los Angeles.
• Musèe de Saint-Maur, Villa Mèdicis La Varenne.Saint-Hilaire Francia.
• ecc…..

Per informazioni:
www.carloiacomucci.it
carloiacomucci@libero.it

OPERE DONATE
"Sacra scena" litografia al tatto 19,5x13 cm
"Il volo del fiore rosse" acrilico e acquarello 17x12 cm del 2012
"Donnanatura" acquaforte con ritocchi 150x195 cm del 1976
"Laudato sii..." acquaforte originale con ritocchi di colore a mano 44x29 cm del 2011
"Innamorati con farfalla" acquaforte originale con ritocchi di colore a mano 14,5x19,5 cm del 1976
"Del paese natale" acquaforte con ritocchi 13x17 cm

Le opere sono state gentilmente donate dall'artista ad ACC Associazione Culturale Creativa per la raccolta fondi promossa in favore e a sostegno delle attività di ASC Arte Sacra Contemporanea mediante la lotteria a premi "Dona, Gioca, Colleziona Arte" che si è svolta a Novara c/o lo showroom A.D. Interni lo scorso aprile.

In allegato l'intervista a Carlo Iacomuci realizzata nel 2011 intitolata "Incontro di un pomeriggio di mezza estate" a cura di Elisabetta Sofi.


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VideoTop Paolo Simonotti presenta IOTIAMO 2045 Capsula del tempo di Antonio Spanedda



Incontro con William Xerra Accademia di Brera 1a parte



Incontro con William Xerra Accademia di Brera 2a parte



Incontro con William Xerra Accademia di Brera 3a parte



Incontro con William Xerra Accademia di Brera 4a parte



Presentazione mostra Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana



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ASSISI. JOVANOTTI CANTA “IL CANTICO DELLE CREATURE”



Revealing GOØD



NEOREALEASTER



Fe & Arte 2012 - Sequeri 1



Fe & Arte 2012 - Sequeri 2



Mostra di Artisti Contemporanei insieme per il Fund Raising 'Dona Gioca Colleziona Arte'



IOTIAMO. Una dichiarazione d'amore. Una mostra d'arte contemporanea



No Strangers



Mimmo Paladino, installazione in Piazza Santa Croce, Florens 2012



CONCEPTUAL ART 2012 - WELL DESERVING "Everyday"



Passio 2006-2010



Meet the Artist Jan 2012: Brandenburg Spring Choral Festival



Black Voices - Something Inside So Strong



Makoma - Moto Oyo



The Tree of Life Chapel - Braga, Portugal



Calligraphy : Julien Breton - Kaalam



The Art of Living Sri Sri Ravi Shankar



Terra Rut di Camilla Marinoni



Fuoco Mosè di Camilla Marinoni



Mina - Dalla Terra (Magnificat di Marco Frisina)



Ravi & Anoushka Shankar - Raga Anandi Kalyan



La Sapienza risplende. Madonne d'Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento



ASC DAY 2010 Alta Valsesia VC Italia



ST STEPHEN,ST MARTIN-IN-THE FIELDS...



Mondo Vibrante



La DIVINA COMMEDIA



DALAI LAMA - I 18 PRINCIPI FONDAMENTALI - (The Dalai Lama's instruction on Life)



Intervista Don S. Barbaglia, A.B. Del Guercio



INNO AL BEATO GIOVANNI PAOLO II di mons. Marco Frisina



L'armonia della Vita di Terzani



IO TI AMO by Antonio Spanedda



Divine Comedy Divina commedia inferno 1° canto



Uomini di Dio di Xavier Beauvois



Affezione di Mons. Pierangelo Sequeri



Madre Teresa. Una bambina di nome Gonxhe



Eremo outing di Paola Lotti



O Tannenbaum (Oh, Christmas Tree) (Vince Guaraldi)



I am Jesus



Passione secondo Luca: ANTEPRIMA



The White Light Festival



ČIURLIONIS: Un viaggio esoterico 1875 – 1911



Waldemar Januszczak on Raphael



Homage to Muslim Art depicting Muhammad



Dentro l'Ultima Cena: Il tredicesimo testimone



Biennale delle chiese laiche 2010 Design



Vision by Margarethe von Trotta www.zeitgeistfilms.com



KEMO'-VAD, DANZARE NEL VENTO



Le reliquie del Buddha all'Accademia di Brera



Insieme a Don Tonino Bello...



Flare II - A Conversation with Antony Gormley



Jeremy Rifkin, 'La civiltà dell'empatia'



Sacred Music Colloquium (CMAA)



Da pellegrini sui Sacri Monti


Segnala i video da pubblicare a: asc@artesacracontemporanea.it




http://www.spanedda.it

Antonio Spanedda

http://www.stefanopizzi.com

Stefano Pizzi

http://www.priod.it

Roberto Priod

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